3.209 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Lo yeti era solo un orso comune

Smentita l’esistenza di una specie di orso sconosciuta che abiterebbe le stesse regioni in cui è stato “avvistato” l’abominevole uomo delle nevi.
A cura di Redazione Scienze
3.209 CONDIVISIONI
Immagine

Dal momento che la leggenda dello yeti è sempre piaciuta parecchio, spesso non ci si è accontentati di confinarla nel mondo della fantasia: in passato, ad esempio, alcuni ricercatori hanno provato a dare una base di realtà alla storia dell’abominevole uomo delle nevi himalaiano sostenendo che la creatura avvistata esistesse davvero ma che semplicemente appartenesse ad una specie ignota all'essere umano.

Ibrido tra due orsi?

L'ultima ipotesi voleva che si trattasse di un incrocio tra orso polare ed orso bruno. Curiosa teoria: una sottospecie ibrida particolarmente elusiva ma, soprattutto, che conterebbe pochissimi membri, a causa dell’isolamento secolare, e che vivrebbe oltretutto in regioni dove le risorse scarseggiano. Eppure c’era chi allo yeti voleva crederci a tutti i costi: adesso, probabilmente, quel qualcuno sarà costretto a ricredersi.

Lo scorso anno il professor Bryan Sykes, dell’università di Oxford, aveva annunciato di aver rintracciato dei peli che dovevano appartenere ad una specie di orso sconosciuta, tramite indagini sul DNA mitocondriale di 30 campioni piliferi provenienti da tutto il mondo e attribuiti a creature "anomale" e misteriose (come lo yeti ma anche come bigfoot). In particolare, il patrimonio genetico del campione sembrava combaciare con quello ricavato da un fossile di orso polare preistorico risalente a 40.000 anni fa; ragion per cui, si supponeva che esistesse un animale ancora sconosciuto agli uomini con caratteristiche ibride.

No, orso bruno himalaiano

Ma Eliécer E. Gutiérrez, della Smithsonian Institution, e Ronald H. Pine, del Biodiversity Institute & Natural History Museum presso l’University of Kansas hanno deciso di indagare ulteriormente e hanno quindi condotto nuove analisi sul campione. La conclusione a cui sono giunti è che le caratteristiche genetiche del materiale fornito da Skye rendono impossibile assegnarlo con sicurezza ad un orso polare o a un orso bianco: insomma, il campione potrebbe provenire da entrambe le specie. Ora, però, poiché sulle regioni himalaiane sono presenti gli orsi bruni, la cosa più ragionevole da pensare è che i peli appartengano ad un ordinario abitante della zona: un Ursus arctos isabellinus, ossia un orso bruno himalaiano. I risultati del lavoro sono stati pubblicati dalla rivista Zookeys. Certo, forse come fine della storia è la meno affascinante possibile: ma probabilmente anche la più verosimile.

.
 

3.209 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views