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L’Italia perde 14 ettari di suolo ogni giorno: frane su quasi l’8% del territorio nazionale

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), diventato operativo dal primo gennaio 2017, ha presentato il nuovo “Rapporto Ambiente” che descrive lo stato di salute del territorio nazionale. Tra i dati più significativi la perdita di 14 ettari di suolo al giorno, i 620mila eventi franosi registrati nell’arco di 900 anni e il costante sforamento del particolato sottile in diverse regioni, in particolar modo del bacino padano.
A cura di Andrea Centini
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Ogni secondo l'Italia perde irreversibilmente 2 metri quadrati di suolo, cioè circa 14 ettari al giorno, mentre quasi l'8 percento del territorio nazionale è stato interessato da frane negli ultimi 900 anni, con un totale di 23.700 chilometri quadrati coinvolti. Sono due dei dati più significativi riportati nel nuovo “Rapporto Ambiente” del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), un ente operativo dal primo gennaio 2017  nato a tutela dei cittadini e del territorio, esposto alle serie conseguenze del dissesto idrogeologico.

Perdita di suolo. Benché una perdita irreversibile di suolo di 14 ettari al giorno possa apparire inaccettabile, si tratta in realtà di un dato sensibilmente più basso rispetto al boom negativo registrato nei primi anni del duemila. Circa due decenni fa, infatti, la perdita risultava essere di ben 8 metri quadrati ogni secondo, cioè 56 ettari al giorno. La perdita di suolo resta comunque costante e preoccupante; basti pensare che tra il 2016 e il 2017 il cemento ha "divorato" 5.200 ettari. Secondo gli esperti dell'SNPA, circa 10mila professionisti dislocati in duecento strutture sparse su tutto lo Stivale, la decrescita degli ultimi anni non è legata a un rinnovato e virtuoso slancio ambientalista, bensì alla situazione economica. Nel caso in cui si registrasse una ripresa, infatti, si teme che la perdita di suolo possa tornare ai ritmi vertiginosi degli anni passati.

Frane. Nel cosiddetto “Inventario dei Fenomeni Franosi” (IFFI) stilato dall'SNPA sono state registrate oltre 620mila frane, avvenute nell'arco di 900 anni (tra il 1116 e il 2017). Gli eventi hanno interessato il 7,9 percento del territorio nazionale, pari a 23.700 chilometri quadrati. Nel Rapporto Ambiente appena presentato a Roma – innanzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alle più alte cariche dello Stato – è indicata una classifica delle tipologie di eventi franosi più comuni: scivolamenti rotazionali/traslativi (31,9%); colamenti rapidi (14,9%); colamenti lenti (12,7%); movimenti di tipo complesso (9,5%) e aree soggette a crolli/ribaltamenti diffusi (8,9%).

Inquinamento atmosferico. Nel mirino del Sistema coordinato a livello nazionale dall’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente (ISPRA) c'è anche il particolato sottile PM10. I limiti giornalieri vengono superati costantemente soprattutto nel bacino padano, che abbraccia il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna. Negativi anche i riscontri in Campania. Sforamenti minori ma comunque significativi si registrano nel Lazio, nella Toscana in Friuli e in Umbria. Benché le concentrazioni di PM10 siano fortunatamente in decrescita, gli obiettivi fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sembrano ancora fuori portata in larga parte dell'Italia. I dati di sintesi del Rapporto Ambiente sono consultabili in un file PDF.

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