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Lisa Pathfinder funziona ancora meglio del previsto

Pubblicati i primi risultati della missione, in attesa dell’osservatorio delle onde gravitazionali.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica di Lisa Pathfinder (Copyright ESA–D. Ducros, 2010)
Rappresentazione artistica di Lisa Pathfinder (Copyright ESA–D. Ducros, 2010)

Era stata lanciata lo scorso 3 dicembre alla conquista, o meglio, alla conoscenza dei cieli: LISA Pathfinder è destinata a diventare l'osservatorio delle onde gravitazionali e, per il momento, sta dimostrando di essere perfettamente in grado di farlo. I risultati di appena due mesi di operazioni scientifiche, infatti, mostrano che i due cubi nel cuore della sonda subiscono esclusivamente l'influenza della gravità, ossia non risultano perturbate da altre forze esterne: questo con una precisione migliore di ben cinque volte rispetto a quanto era originariamente richiesto. Ad annunciarlo è un articolo pubblicato da Physical Review Letters.

A caccia di onde gravitazionali

I cubi in questione rappresentavano la massa di prova e il fatto che abbiano "funzionato" a dovere apre la porta allo sviluppo di un osservatorio spaziale ampio, in grado di percepire le onde gravitazionali emanate da un'ampia serie di oggetti che popolano l'Universo: supernovae, stelle di neutroni che si muovono a spirale, coppie di buchi neri che si stanno fondendo e tutto ciò che, secondo quanto ipotizzato da Einstein un secolo fa, genera una deformazione nella curvatura dello spazio-tempo che si propaga sotto forma di onda.

Come è noto, però, le fluttuazioni provocate da oggetti tanto potenti sono comunque molto lievi quando arrivano sulla Terra: da qui la necessità di tecnologie estremamente raffinate per tentare di registrare questi minuscoli cambiamenti, come LIGO, il Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory terrestre, che ha "captato il segnale" tanto atteso dall'incontro di due buchi neri assieme a VIRGO, l'altro interferometro. L'altra grossa difficoltà è costituita dalla difficoltà stessa di misurare variazioni in uno spazio-tempo nel quale siamo già immersi.

Prove di osservatori spaziali

Le due masse di prova sono due cubi di oro-platino dal lato di 46 millimetri posti ad una distanza di 38 centimetri: l'aspetto che andava testato è la capacità di schermare dalle forze esterne queste masse, poiché esse devono muoversi solo sotto l'effetto della gravità. L'esperimento ha evidenziato, in effetti, che la precisione di Lisa Pathfinder è limitata esclusivamente dal rumore dei sensori del sistema ottico, che viene utilizzato per monitorare posizione e orientamento delle masse: ma anche il fatto stesso di aver identificato i deboli elementi di disturbo è un risultato fondamentale per la missione.

LISA Pathfinder costituisce il preludio, e la prova, di quello che sarà un progetto assai più ampio: l'osservatorio per le onde gravitazionali eLISA (Evolved Laser Interferometer Space Antenna) che sarà composto da tre sonde con masse analoghe a quelle testate da LISA Pathfinder ma tenute a una distanza di un milione di chilometri l'una dall'altra, connesse da un raggio laser che ne misura la distanza relativa. Un triangolo di tre masse, che si muoverà lungo un'orbita attorno al Sole, viaggiando a 50 milioni di chilometri dalla Terra.

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