L’ESA sta costruendo una “mini Luna” con polvere vulcanica: ecco dove e a cosa serve
Una replica del suolo lunare che si estende per oltre mille metri quadrati sta per essere costruita nei pressi dell'Astronaut Center (EAC) dell'Agenzia Spaziale Europea a Colonia, in Germania, e giocherà un ruolo cruciale per lo sviluppo e la progettazione delle prossime missioni spaziali. Chiamato con l'italianissimo nome di “Luna”, il progetto ha come obiettivi principali quello di offrire un banco di prova senza precedenti per testare strumenti e prototipi, ma anche per simulare le condizioni ambientali lunari e addestrare gli astronauti in uno scenario credibile.
Per rendere la replica della Luna quanto più realistica possibile, gli scienziati copriranno l'intera superficie con una polvere derivata dalle antiche eruzioni (45 milioni di anni fa) avvenute in quello che oggi è l'altopiano vulcanico dell'Eifel, nella Germania occidentale. Lo scopo è ottenere un suolo paragonabile alla finissima regolite lunare, sulla quale restavano ben impresse le impronte degli astronauti delle celebri missioni Apollo.
L'intera struttura sarà alimentata da un innovativo sistema energetico, atto a ricreare le stesse condizioni presenti in alcune specifiche aree della Luna, quelle considerate più interessanti per la costruzione di basi e avamposti umani. La gravità sarà invece simulata attraverso un sistema di gru e pulegge agganciate con cavi alle tute spaziali degli astronauti che prenderanno parte al progetto. Infine sarà costruita anche una sorta di base lunare utilizzando le stesse polveri dell'Eifel, un modulo abitativo che gli ingegneri hanno chiamato FlexHab (Future Lunar Exploration Habitat).
L'interesse per l'esplorazione lunare si è riacceso negli ultimissimi anni, con gli Stati Uniti che hanno annunciato di voler rimandare un proprio uomo sul satellite entro una decina di anni. Uno degli obiettivi principali è la costruzione di una stazione spaziale orbitale simile alla ISS, tuttavia il reale scopo è quello di sfruttare la Luna come trampolino di lancio verso Marte. Gli scienziati sperano infatti di poter separare l'acqua ghiacciata lunare in idrogeno e ossigeno, utilizzando i componenti ottenuti non solo per gaarantire la sopravvivenza nei moduli abitativi, ma anche per alimentare i razzi lanciatori che porteranno l'uomo sul Pianeta rosso. Utilizzare le risorse della Luna, infatti, permetterebbe di abbattere significativamente i costi dei pionieristici viaggi nel cuore del Sistema solare.
Luna, finanziato dall'ESA e dal Centro aerospaziale tedesco (DLR), “sarà un ‘parco giochi' emozionante per testare la tecnologia lunare”, ha dichiarato l'astronauta quarantottenne Matthias Maurer, che è anche uno dei responsabili del progetto (è ingegnere dei materiali). Il suo sogno è quello di poter mettere un giorno i propri piedi sulla Luna, come fecero gli illustri predecessori delle missioni Apollo. Oltre all'ESA anche le agenzie spaziali di Cina, Russia, India e di altri Paesi stanno progettando varie missioni per la riconquista della Luna, che contemplano “semplici” sonde robotiche, prototipi di avamposti, sistemi di coltivazione e basi orbitali.