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L’epidemia di influenza non c’è stata: le misure anti Covid hanno “cancellato” i contagi

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato l’ultimo bollettino del sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza “InfluNet”, che conferma la bassa incidenza dei casi di sindromi simil influenzali nella stagione 2020-2021, costantemente sotto la soglia epidemica. Tra il 1 e il 7 marzo nessun campione biologico analizzato è risultato positivo ai virus influenzali. A “cancellare” l’epidemia di influenza le misure anti Covid.
A cura di Andrea Centini
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La stagione influenzale 2020-2021 si sta avviando verso la sua naturale conclusione senza essere mai iniziata effettivamente, grazie alle misure anti Covid. Si può sottolineare – senza esagerare – che l'epidemia di influenza, in Italia, negli ultimi mesi non c'è stata. A dimostrarlo i dati dell'ultimo bollettino settimanale di “InfluNet”, il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza gestito in collaborazione tra l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Ministero della Salute. Basti sapere che nella nona settimana del 2021, quella compresa tra lunedì 1 e domenica 7 marzo, dei 241 campioni clinici analizzati dai laboratori nessuno è risultato positivo al virus influenzale, come si legge nel comunicato stampa che accompagna il rapporto completo. Ma non è risultato positivo al virus influenzale nessuno dei 4.183 campioni analizzati dall'inizio della sorveglianza. Per contro, 46 dei campioni relativi alla settimana in esame sono risultati positivi al coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile della pandemia di COVID-19 che stiamo vivendo. Nel complesso, sono 718 i campioni clinici fra quelli analizzati dalla rete InfluNet a essere risultati positivi al patogeno pandemico.

Per quanto concerne il parametro legato alle sindromi simil-influenzali, l'incidenza “si mantiene stabilmente sotto la soglia basale con un valore pari a 1,86 casi per mille assistiti”, scrive l'Istituto Superiore di Sanità, facendo un paragone eloquente con quanto avvenuto lo scorso anno. Nella nona settimana del 2020, la curva epidemiologica delle sindromi simil-influenzali “continuava la sua discesa dopo aver raggiunto il picco epidemico stagionale e il livello di incidenza era pari a 5,3 casi per mille assistiti”. Dall'inizio della sorveglianza, per la stagione 2020-2021 i casi stimati di sindrome simil-influenzale risultano poco meno di 2 milioni (1.985.000), mentre per la settimana dall'1 al 7 marzo sono stati 111.800 mila (erano stato 103.700 nella precedente e 98.500 in quella ancora prima). Ma più delle parole, a sottolineare quanto sia anomala la stagione influenzale in corso vi è il grafico sottostante. La stagione 2020-2021, in rosso, è rimasta praticamente sempre piatta, senza oltrepassare la soglia basale/epidemica, mentre negli altri anni sono evidenti gli altissimi picchi delle curve epidemiologiche.

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Prendendo in considerazione le varie fasce di età, nella prima settimana di marzo l’incidenza è stata pari a 4,57 casi per mille assistiti tra 0 e 4 anni; di 1,93 nella fascia di età 5-14 anni; di 1,86 tra i 15 e i 64 anni e di 1,02 casi per mille assistiti tra chi aveva un'età pari o superiore ai 65 anni. L'Istituto Superiore di Sanità sottolinea che Calabria e Sardegna non hanno attivato la sorveglianza a causa dell'emergenza coronavirus, mentre l'incidenza risulta sotto al basale per tutte le Regioni (dove tuttavia risulta fortemente influenzata dal “ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato, al momento, i loro dati”). Al netto di tale premessa, risulta comunque evidente l'impatto delle misure introdotte per combattere il SARS-CoV-2: distanziamento sociale, uso delle mascherine e lavaggio frequente delle mani hanno ridotto in maniera significativa la circolazione di tutti i virus influenzali e parainfluenzali.

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