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L’Emilia Romagna non ucciderà più col gas gli scoiattoli grigi: ecco che fine faranno i roditori

Grazie alla collaborazione tra il Centro di Recupero per la Fauna Selvatica “Il Pettirosso” di Modena, le associazioni animaliste e il governo regionale, l’Emilia Romagna ha deciso che non ucciderà più con l’anidride carbonica gli scoiattoli grigi. Gli esemplari saranno individuati con fototrappole, catturati e trasferiti nelle strutture del CRAS. È una vittoria per l’ambiente e l’umanità.
A cura di Andrea Centini
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Uno scoiattolo grigio nordamericano
Uno scoiattolo grigio nordamericano

L'Emilia Romagna non ucciderà più col gas gli scoiattoli grigi, ma dopo la cattura li trasferirà in un centro di recupero per la fauna selvatica che si è immediatamente reso disponibile per ospitarli. È un vero e proprio dietrofront dopo la delibera dell'atto amministrativo “Modalità attuative di intervento per il rilevamento precoce e l'eradicazione rapida dello scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) in Emilia-Romagna” pubblicato lo scorso 6 ottobre, che prevedeva l'eliminazione sistematica di tutti i roditorispecie aliena e invasiva – dal territorio regionale, da attuare con eutanasia direttamente in loco all'interno di contenitori colmi di anidride carbonica. Una scelta drastica e crudele per tutelare la nostra biodiversità, che ha sollevato non poche critiche, non solo da parte delle associazioni animaliste come la LAV, ma anche di semplici cittadini e diversi esponenti politici.

Tutto era iniziato con l'avvistamento di un esemplare nella provincia di Piacenza, che ha spinto l'amministrazione regionale ad approvare il piano di eradicazione prima che la specie potesse proliferare. Come indicato, lo scoiattolo grigio nordamericano è una specie alloctona, che non fa parte della fauna italiana ed europea. È classificata all'85esimo nell'elenco delle cento specie più invasive dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il massimo organismo internazionale che si occupa di tutela della biodiversità. Lo scoiattolo grigio è più grande, robusto e intraprendente del nostro scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) e, poiché occupa la medesima nicchia ecologica, dove il primo è presente il secondo tende a scomparire (in Italia ci sono popolazioni significative in Piemonte, Liguria e Lombardia). In parole semplici, lo scoiattolo rosso autoctono rischia l'estinzione a causa di quello grigio, introdotto decenni addietro nei parchi italiani (e di altri Paesi europei) per abbellirli. Una decisione scellerata e poco lungimirante, che sta comportando problemi enormi agli ecosistemi; il roditore nordamericano, infatti, non solo minaccia la sopravvivenza dello scoiattolo rosso – anche attraverso parassiti di cui è portatore -, ma distrugge anche la corteccia degli alberi (favorendo malattie), mette in pericolo le nidificazioni di diversi uccelli e fa razzie nelle colture di nocciole. Rimuoverlo dal nostro territorio è necessario e lo impone il regolamento dell'Unione Europea, ma per farlo non si deve passare per forza attraverso lo sterminio. Il ricollocamento e la sterilizzazione sono infatti metodi non letali decisamente preferibili se attuabili, a maggior ragione se si considera che lo scoiattolo grigio non ha alcuna responsabilità, ma è colpa dell'uomo se ha colonizzato ambienti che non gli appartengono creando danni.

Ora, grazie alla collaborazione tra le associazioni animaliste, il governo della Regione Emilia Romagna e il Centro di Recupero per la Fauna Selvatica (CRAS) “Il Pettirosso” di Modena, si potrà procede alla cattura degli scoiattoli grigi ma senza soppressione. I roditori saranno individuati con le fototrappole, catturati e trasferiti nelle strutture di Viale Aldo Moro, che saranno presto visitate dai rappresentati del Ministero dell'Ambiente e dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) per tutte le verifiche del caso e l'autorizzazione definitiva. Come sottolineato in un comunicato stampa dell'Emilia-Romagna, “le Regioni possono autorizzare determinate strutture pubbliche o private ad ospitare specie esotiche invasive, purché attrezzate a garantire l’impossibilità alla fuga e alla riproduzione degli animali e allo stesso tempo il loro mantenimento nel rispetto delle regole per il benessere animale (decreto legislativo 230/2017 del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare)”.

In un messaggio su Facebook il Pettirosso evidenzia la soddisfazione per la soluzione non cruenta: “Per la serie, fatti e non parole…Il Centro il Pettirosso si è reso subito disponibile a dare un'alternativa alla soppressione al grido disperato di tante associazioni e persone. E così Piero Milani ha lanciato l'idea al Presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini che essendo una persona di sostanza ha pensato che l'alternativa alla soppressione fosse più consona ad una regione virtuosa come la nostra”. La scelta di ricollocare gli scoiattoli grigi invasivi e di non ucciderli è una vittoria per l'ambiente e per l'umanità, in attesa venga reso disponibile il vaccino immunocontraccettivo da somministrare tramite esca alimentare. Come spiegato a Fanpage da Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV Animali selvatici, esso potrà risolvere il problema delle tante specie invasive presenti in Italia e altrove ma senza spargimenti di sangue, che non stanno risolvendo i problemi dove vengono attuate.

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