L’elisir di lunga vita è già realtà: ecco come guadagnare fino a 14 anni di vita
Sebbene molti scienziati siano attivamente alla ricerca di un vero e proprio elisir di lunga vita, un farmaco ipotetico in grado di allontanare la vecchiaia mantenendoci più a lungo sani, forti e giovani, in realtà è possibile ottenere risultati significativi sulla nostra longevità – e sulla qualità della vita – anche attraverso lo stile di vita, l'attività fisica, l'alimentazione e il supporto di alcuni principi attivi. Non è fantascienza ma scienza, come spiegato in un appassionato articolo su The Conversation dai due scienziati britannici Richard Faragher e Lynne Cox, rispettivamente docente di Biogerontologia presso l'Università Brighton e docente di Biochimica all'Università di Oxford. I due esperti hanno elencato i cinque metodi più promettenti che possono garantirci un significativo allungamento della vita. Ecco quali sono.
Alimentazione e stile di vita
Potrebbe apparire banale, ma l'attenzione allo stile di vita può regalarci molti anni di vita in più rispetto a chi trascura se stesso. Secondo lo studio “Combined Impact of Health Behaviours and Mortality in Men and Women: The EPIC-Norfolk Prospective Population Study” pubblicato su PloS Medicine, infatti, non fumare, mantenere sotto controllo il peso, bere con moderazione, praticare attività fisica e mangiare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno può regalarci dai 7 ai 14 anni di vita in più rispetto a chi è sovrappeso, è sedentario, fuma e beve. La restrizione delle calorie è considerata uno dei fattori particolarmente impattanti sulla longevità, ma naturalmente è necessario che il modello alimentare sia sano sano e vario, con tutti i principi nutrizionali fondamentali inclusi. In base alla ricerca “Intermittent and periodic fasting, longevity and disease” pubblicata su Nature, è stato rilevato che alimentarsi in un intervallo di otto ore in un giorno o digiunare per due giorni alla settimana può ridurre i rischi di patologie legate alla mezza età.
Attività fisica
Si ritiene che la sedentarietà sia responsabile del 10 percento delle morti premature legate a patologie come il cancro, il diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità sono ben 90mila gli italiani che muoiono ogni anno a causa di una vita poco attiva. Non a caso l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda almeno 30 minuti al giorno di attività fisica da moderata a vigorosa per tenere a bada gli effetti nefasti di una vita sedentaria, sempre più diffusa anche per via dei cambiamenti nel mondo del lavoro. L'attività fisica ci rende più in forma migliora il benessere fisico e psicologico, ma non si deve esagerare, dato che gli esercizi intensi possono essere associati a diverse problematiche.
Potenziare il sistema immunitario
Nel contesto di una subdola pandemia che ha provocato quasi 5 milioni di morti (132mila solo in Italia) da quando è scoppiata, è indubbio che avere un sistema immunitario robusto e pronto può rappresentare un prezioso aiuto per proteggersi dagli effetti più negativi della COVID-19 (così come per sviluppare solide difese immunitarie dopo la vaccinazione). Il sistema immunitario perde colpi con l'avanzare dell'età, soprattutto a causa della perdita di funzionalità del timo, un organo linfoide deputato allo sviluppo delle cellule T, i “soldati” che vanno a caccia delle cellule già infettate da un patogeno e le distruggono. Secondo i due studiosi britannici, presto potremo stimolare il timo senescente con appositi farmaci basati sulla molecola IL-7 (interleuchina 7), ma un contributo al sistema immunitario degli anziani potrebbe arrivare anche dalla poliammina spermidina, potenzialmente in grado di migliorare anche le risposte ad alcuni vaccini (come quelli anti Covid).
Ringiovanire le cellule
Gli “elisir di lunga” vita ricercati dagli scienziati sono fondamentalmente farmaci che contrastano la naturale senescenza delle cellule. Uno dei principi attivi considerati più promettenti al riguardo è la rapamicina, in grado di inibire una proteina (chiamata mTOR) legata alla regolazione delle risposte cellulari “a nutrienti, stress, ormoni e danni”, come specificato da Faragher e Cox. Nello studio “Reversal of phenotypes of cellular senescence by pan-mTOR inhibition” pubblicato su Aging è stato dimostrato che la rapamicina, così chiamata poiché prodotta da un batterio rinvenuto sull'Isola di Pasqua (Rapa Nui), in test di laboratorio è in grado di far comportare le cellule umane invecchiate come quelle giovani. Il farmaco, che può anche migliorare la memoria nei topi, ha però alcuni effetti negativi sul sistema immunitario e per questo non convince tutti gli esperti. Farmaci che funzionano in modo analogo ma considerati più sicuri come l'RTB101, spiegano i due esperti, offrono ottime speranze.
Eliminare le cellule invecchiate
Come evidenziato dallo studio “Senolytic therapies for healthy longevity” pubblicato su Science, eliminare le cellule senescenti dei topi garantisce loro una vita più lunga e più libera dalle malattie. Attraverso i cosiddetti farmaci senolitici che neutralizzano queste cellule sono stati evidenziati effetti positivi anche nelle persone. Condizioni come obesità e diabete di tipo 2 catalizzano la proliferazione di queste cellule nell'organismo e alimentano il rischio di altre patologie come il cancro, oltre ad aumentare il rischio di infezioni. Ricerche su modelli murini hanno evidenziato che l'eliminazione di queste cellule li aiuta persino a sopravvivere alla Covid. Farmaci basati su questo principio d'azione, pertanto, vengono alacremente studiati per i preziosi benefici che potrebbero offrire.