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Quattro cose da sapere sul vaccino monodose Covid di Johnson & Johnson

Il prodotto in singola somministrazione e di facile conservazione fornisce protezione dalla malattia ed è risultato sicuro e efficace nel prevenire le forme moderate e gravi di Covid-19. Con l’approvazione dell’FDA, diventerà il terzo vaccino impiegato negli Usa dopo Pfizer e Moderna.
A cura di Valeria Aiello
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Dopo Pfizer e Moderna, il panel di esperti della Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera al vaccino anti-Covid di Johnson & Johnson, la formulazione sviluppata dall’unità belga Janssen Vaccines che ha superato con successo lo studio clinico di fase 3 “Ensemble”, volto a valutare sicurezza e efficacia del siero in quasi 44mila volontari, compresi gli adulti di età superiore ai 60 anni. Denominato Ad26.CoV2.S e noto anche come JNJ-78436735, sarà dunque il terzo vaccino impiegato negli Stati Uniti, dove la Casa Bianca ha annunciato di essere pronta a distribuire da 3 a 4 milioni di dosi la prossima settimana.

Come funziona il vaccino di Johnson & Johnson?

Il vaccino è basato su un vettore virale, cioè sfrutta un adenovirus innocuo (Ad26) per veicolare le informazioni genetiche della proteina S o Spike del coronavirus Sars-Cov-2. Una volta somministrato per iniezione intramuscolare, questo adenovirus entra nelle cellule umane, fornendo dunque le istruzioni necessarie per la sintesi di proteine virali. Queste migrano sulla superficie delle cellule e vengono riconosciute come estranee dal sistema immunitario, inducendo la produzione di anticorpi specifici che in futuro proteggeranno la persona in caso fosse esposta a Sars-Cov-2. Il vaccino è sicuro, in quanto l’adenovirus non può replicarsi o causare malattia, così come la proteina Spike di Sars-Cov-2 sintetizzata, perché non può provocare Covid-19 senza il resto delle istruzioni genetiche del coronavirus. Una strategia simile è utilizzata da Johnson & Johnson per produrre il vaccino contro l’Ebola e anche i vaccini anti-Covid di Astrazeneca e lo Sputnik russo sono a base di vettori virali dell’adenovirus.

Quanto è efficace?

L’analisi della FDA ha rilevato che il livello di protezione dell’infezione da modera a grave è del 72% negli Stati Uniti, percentuale che sale all’86% nel proteggere dai casi gravi della malattia. Lo studio condotto in Sudafrica, dove la variante B.1.351 è dominante, ha mostrato che il siero è meno efficace ma comunque in grado di prevenire le forme gravi con un livello di protezione dell’82%. Il rapporto della FDA ha anche indicato che il vaccino protegge dalla variante inglese e brasiliana. In termini di tollerabilità e sicurezza, non sono state segnalate reazioni avverse significative ma effetti collaterali transitori da lievi a moderati, tra cui dolore al sito di iniezione, mal di testa, affaticamento e mialgia.

In cosa differisce dai vaccini di Moderna e Pfizer?

La differenza fondamentale è che il vaccino Johnson & Johnson è basato su un vettore virale a DNA, mentre i vaccini Moderna e Pfizer sono entrambi vaccini a Rna messaggero (mRNA). Questo significa che i vaccini a mRNA non utilizzano un altro virus per trasportare le informazioni genetiche (l’istruzione è contenuta in nanoparticelle lipidiche), con differenze in termini di processi cellulari coinvolti ma anche dal punto di vista pratico.

Entrambi i vaccini a mRna richiedono due dosi mentre il vaccino di Johnson & Johnson è monodose e, rispetto alla rigida catena del freddo con cui i sieri a mRNA devono essere trasportati e conservati, la formulazione di Johnson & Johnson può essere conservata per almeno tre mesi a normali temperature di frigorifero (2-8 °C), un aspetto che lo rende più semplice da usare e distribuire.

Qual è il più efficace?

Per quanto riguarda l’efficacia, è difficile confrontare direttamente il vaccino di Johnson & Johnson con i vaccini a mRNA a causa delle differenze nel modo in cui sono stati progettati gli studi clinici. I vaccini Moderna e Pfizer sono risultati efficaci al 94-95% nel prevenire tutte le forme di Covid-19, ma i test sono stati condotti durante l’estate e l’autunno del 2020, quindi prima che le nuove varianti circolassero ampiamente. "Sebbene l'efficacia complessiva dei vaccini Moderna e Pfizer sia superiore a quella del vaccino Johnson & Johnson – ha affermato Maureen Ferran, virologa del Rochester Institute of Technology di New York – non si dovrebbe aspettare fino a quando si potrà scegliere quale vaccino ricevere. Il vaccino Johnson & Johnson è efficace quasi quanto i vaccini a base di mRNA nel prevenire malattie gravi, e questo è ciò che conta davvero".

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