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Le prime immagini dell’asteroide Ryugu, raggiunto da due rover giapponesi: traguardo storico

Per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale due rover mobili sono atterrati su un asteroide. Il traguardo è stato conquistato dalla JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, che ha raggiunto l’asteroide Ryugu grazie alla missione Hayabusa 2. La sonda proverà anche a ‘mordere’ il sasso spaziale per riportarne dei frammenti sulla Terra.
A cura di Andrea Centini
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I rover 1A e 1B (MINERVA 2) sganciati dalla sonda giapponese Hayabusa 2 hanno raggiunto con successo la superficie dell'asteroide 162173 Ryugu, che attualmente si trova a 250 milioni di chilometri dalla Terra. È la prima volta nella storia dell'esplorazione spaziale che due rover mobili riescono ad “atterrare” su un asteroide, si tratta dunque di un grandissimo risultato per la JAXA, l'agenzia spaziale nipponica. I due rover hanno già iniziato a esplorare Ryugu, spostandosi da una parte all'altra della sua superficie saltellando come agili coniglietti metallici, grazie a una massa rotolante installata al loro interno.

Si tratta di manovre estremamente delicate, tenendo presente che si tratta di robot molto piccoli con un peso di appena un quarto di grammo sul corpo celeste (sulla Terra pesano un chilogrammo). Poiché l'attrazione gravitazionale di Ryugu è molto debole, basta un salto mal calibrato per farli letteralmente volare nello spazio. Al momento, comunque, tutto funziona alla perfezione e i rover stanno già inviando delle meravigliose immagini dalla superficie del corpo celeste.

Tra le fotografie più spettacolari divulgate dal controllo missione di Hayabusa 2 c'è quella in cui si vede l'ombra della sonda stagliata sulla superficie di Ryugu; la navetta si è avvicinata ad appena 55 metri di altezza dall'oggetto e ha sganciato il contenitore MINERVA 2 dove erano racchiusi i rover 1A e 1B. La manovra è stata eseguita con precisione chirurgica.

I due robot saranno presto raggiunti da altri due dispositivi ancora a bordo di Hayabusa 2, lanciata nello spazio nel 2014. Il primo è il MASCOT (Mobile Asteroid Surface SCOuT) sviluppato dall'agenzia spaziale tedesca DLR e dal Centre national d'études spatiales (CNES): si tratta di un lander di 10 chilogrammi equipaggiato con una sensibile fotocamera, un microscopio operante nell'infrarosso, un radiometro e un magnetometro. Raggiungerà i compagni di viaggio all'inizio di ottobre. Il secondo è un rover chiamato 2, che dovrebbe essere liberato entro la fine del prossimo mese.

La piccola flotta di robot comunicherà tutti i dati raccolti ad Hayabusa 2 che a sua volta li girerà sulla Terra. La sonda, erede della prima Hayabusa lanciata nel 2003, orbiterà attorno a Ryugu fino al 2019; non solo per far rimbalzare i dati dei robot, ma anche per “mordere” l'oggetto celeste. Lo scopo principe della missione è infatti raccogliere un pezzo dell'asteroide e riportarlo sulla Terra entro il 2020. Hayabusa 2 si avvicinerà a Ryugu e con un colpo impattante creerà un cratere; da lì con un braccio robotico tenterà di estrarre il materiale da riportare sul nostro pianeta. Si tratta di una missione molto ambiziosa, già tentata dalla prima Hayabusa con l'asteroide Itokawa. In quell'occasione, tuttavia, la manovra fu un mezzo fallimento e sulla Terra fu riportato solo un microscopico frammento dell'oggetto. Non ci resta che attendere gli ulteriori sviluppi di questa affascinante missione, dalla quale otterremo tante immagini e la completa mappatura dell'asteroide, classificato come potenzialmente pericoloso.

[Credit: JAXA/Hayabusa 2]

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