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Le prime balene erano simili a grandi cani e nuotavano a quattro zampe

Un nuovo tassello della biologia evolutiva dei cetacei è stato scoperto grazie al ritrovamento in Senegal di alcuni preziosissimi fossili, in particolar modo quello di un avambraccio destro quasi completo di una balena preistorica vissuta circa 40 milioni di anni fa. L’arto presentava l’articolazione all’altezza del gomito e suggerisce che l’animale nuotasse con tutte e quattro le zampe, come un cane.
A cura di Andrea Centini
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Remingtonocetus harudiensis Credit: N. Tamura
Remingtonocetus harudiensis Credit: N. Tamura

Grazie a un nuovo fossile di cetaceo preistorico scoperto in Senegal, Africa, gli scienziati hanno determinato che le prime balene – simili a grandi cani – nuotavano con tutte e quattro le zampe. Sino ad oggi si riteneva che questi animali si dessero la spinta solo con quelle posteriori (successivamente fusesi nella pinna caudale) e utilizzassero quelle anteriori come le moderne pinne pettorali, ovvero per direzionare il nuoto. Ma l'arto anteriore – un avambraccio destro – quasi completo della balena preistorica scoperta in Senegal mostra che poteva piegarsi all'altezza del gomito e non era bloccato; cioè suggerisce che questi antichissimi e affascinanti animali, vissuti circa 40 milioni di anni fa, potessero nuotare in modo non troppo diverso da un cane.

A scoprire i resti della balena arcaica, della quale non è stato ancora deciso un nome scientifico, è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Montpellier (Francia) e del Dipartimento di Geologia dell'Università Cheich – Anta – Diop di Dakar, Senegal, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Laboratorio di Geologia di Lione e dell'Università Claude Bernard. Gli scienziati, coordinati dai professori Rafael Sarr e Lionel Hautier, quest'ultimo docente presso l'Istituto di Scienze dell'Evoluzione dell'ateneo francese, durante una spedizione nel Paese africano hanno scoperto vari resti del cetaceo estibto, tra i quali due vertebre, due costole, frammenti dei piedi e della coda e l'arto destro quasi completo, il reperto più significativo.

Per comprenderne l'importanza basti pensare al modo in cui si sono evoluti i cetacei. I mammiferi, infatti, si evolsero da rettili derivati da anfibi, che a loro volta si affrancarono dai primi pesci che riuscirono a esplorare la terraferma grazie a pinne modificate. I cetacei, mammiferi marini, hanno fatto il percorso inverso circa 50 milioni di anni fa, quando animali simili a cani (come il Pakicetus) si rituffarono in acqua (dove c'era abbondanza di cibo) e si adattarono a questo tipo di vita, crescendo fino alle mastodontiche dimensioni attuali. I resti dei cetacei arcaici, in particolar modo quelli degli arti che mostrano la transizione tra “zampa” e “pinna” sono molto rari e frammentati, ecco perché aver trovato un avambraccio quasi completo ci racconta molto della storia evolutiva di questi magnifici animali. Il primo cetaceo adattatosi completamente al nuoto e noto ai ricercatori fu il basilosauro, che aveva dimensioni paragonabili a quelle di una megattera (15-18 metri). Secondo Hautier e colleghi la specie scoperta in Senegal aveva caratteristiche simili al Carolinacetus.

Un altro aspetto interessante del fossile appena scoperto risiede nell'area geografica del ritrovamento; fino ad oggi la maggior parte dei cetacei preistorici è stato trovato in India e dintorni. Averne scoperto uno in Africa suggerisce che questi animali fossero in grado di coprire grandi distanze anche se non avevano ancora sviluppato il moderno ed efficiente modello di nuoto. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Paleontology.

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