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Le piante non sopportano di essere toccate: basta sfiorarle per modificare il loro genoma

Botanici australiani e belgi hanno dimostrato che basta sfiorare una pianta per scatenare una impressionante risposta genetica. A 30 minuti dallo stimolo risulta infatti modificato ben il 10 percento del genoma, con un dispendio di energia che ne rallenta la crescita. Si tratta di un affascinante meccanismo di difesa da insetti e altri animali erbivori.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Università La Trobe
Credit: Università La Trobe

Alle piante non piace affatto essere toccate, dato che a circa 30 minuti dallo stimolo – anche se delicatissimo – si attiva un'impressionante risposta biologica che porta ad alterare una porzione consistente del genoma. Inoltre, toccandole ripetutamente come fanno molti appassionati dal pollice verde, si determina un ritardo significativo nella loro crescita, un fenomeno amplificato a dismisura in dense serre e coltivazioni dove i vegetali sono spesso in contatto fra loro.

A scoprire questa curiosa ipersensibilità al tocco un team di ricerca internazionale guidato da studiosi dell'Australian Research Council Centre of Excellence in Plant Energy Biology presso l'Università La Trobe (Australia), che hanno collaborato a stretto conttato con i colleghi dell'Università di Adelaide e del Department of Plant Biotechnology and Bioinformatics dell'Università di Ghent, Belgio.

Gli scienziati, coordinati dal professor Jim Whelan, docente presso l'Istituto per l'agricoltura e l'alimentazione dell'ateneo australiano, hanno scoperto che basta un minimo tocco per far attivare le risposte genetiche difensive delle piante, una reazione evolutasi per ostacolare l'assalto di insetti e altri animali affamati. Normalmente sfocia nella produzione di sostanze chimiche che funzionano come deterrente. Curiosamente il meccanismo biologico si attiva anche col minimo tocco da parte di un essere umano e attraverso lo sfregamento tra due o più piante causato dal vento. Per comprendere quanto la stimolazione meccanica possa influenzare negativamente questi organismi, basti pensare che a 30 minuti dal tocco ben il 10 percento del genoma della pianta viene modificato. “Ciò comporta un enorme dispendio di energia che viene sottratto alla crescita delle piante: se il contatto viene ripetuto, la crescita delle piante si riduce fino al 30 percento”, ha dichiarato il professor Whelan.

Gli scienziati sono molto emozionati per questa scoperta poiché mette in luce la complessità di affascinanti meccanismi biologici. Va infatti considerato che non tutti le sollecitazioni meccaniche sono negativi (basti pensare al passaggio di un fondamentale insetto impollinatore); dunque è importante riuscire a capire anche come fanno le piante a sapere quando si tratta di un tocco "amico" o di uno "nemico". Grazie a questi studi si potrebbe arrivare a ottimizzare la crescita e la produttività delle piante attraverso modifiche genetiche che influenzano la reazione al tocco, e non si esclude che possano essere anche scovati geni in grado di proteggerle dalle malattie. I dettagli della ricerca, condotta su esemplari di Arabidopsis thaliana, considerato un organismo da laboratorio "modello", sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Plant Journal.

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