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Covid 19

Le nuove varianti del coronavirus dimostrano che le norme anti contagio sono ancora fondamentali

La circolazione della variante inglese del coronavirus SARS-CoV-2 sta preoccupando esperti e istituzioni di tutto il mondo a causa della trasmissibilità sensibilmente superiore rispetto al ceppo selvatico, e ciò sottolinea quanto è ancora fondamentale il rispetto delle misure anti contagio, come mascherine, distanziamento sociale e lavaggio delle mani.
A cura di Andrea Centini
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Le misure anti contagio di base come mantenere il distanziamento sociale, indossare correttamente la mascherina e curare con costanza l'igiene delle mani (con acqua e sapone o un gel idroalcolico) sono fondamentali nella lotta alla pandemia di COVID-19, e rispettarle è un dovere di tutti per proteggere gli altri e sé stessi. Con la circolazione della variante inglese sensibilmente più trasmissibile, aderire a queste semplici regole – e a tutte le altre – è ancora più importante, come sottolineato dal dottor Robert Glatter, medico specializzato in medicina d'urgenza presso il Lenox Hill Hospital di New York City.

Tutto ha avuto inizio lo scorso 20 settembre nell'Inghilterra sudorientale, quando è stata identificata una variante del coronavirus SARS-CoV-2 caratterizzata da ben 17 mutazioni simultanee, che nel giro di poche settimane è divenuto quella dominante in varie regioni del Regno Unito. Chiamata B.1.1.7 o più precisamente “Variant of Concern 202012/01 – VOC-202012/01” dalla Public Health England (PHE), la variante inglese ha raggiunto anche altri Paesi e adesso rappresenta una minaccia globale. La ragione principale risiede nel fatto che essa, come indicato, risulta sensibilmente più trasmissibile rispetto al lignaggio “selvatico” del patogeno emerso in Cina. Lo ha dimostrato lo studio “Transmission of SARS-CoV-2 Lineage B.1.1.7 in England: insights from linking epidemiological and genetic data” dell’Imperial College di Londra. Gli autori della ricerca hanno infatti determinato che la variante inglese ha un indice Rt tra lo 0,4 e lo 0,7 più elevato rispetto al ceppo originale. Se un paziente contagiato dalla variante selvatica ha il 10 percento di probabilità contagiare un contatto, un positivo alla B.1.1.7 ha il 15 percento di farlo, come determinato dallo studio “Investigation of novel SARS-CoV-2 variant -Variant of Concern 202012/01 – Technical briefing 2” pubblicato da Public Health England.

Mettendo a confronto 1.769 pazienti con la variante inglese con altrettanti contagiati da quella selvatica, la stessa indagine ha fortunatamente dimostrato che il nuovo lignaggio non è più mortale e non provoca un'infezione più grave. Indubbiamente un'ottima notizia, ma la maggiore trasmissibilità rappresenta comunque una minaccia da non sottovalutare per molteplici ragioni. Non a caso ha spinto il premier britannico Boris Johnson ad annunciare il terzo lockdown nel Regno Unito, dopo settimane di impennate preoccupanti nel numero di contagi e decessi. Un maggior numero di contagi vuol un numero superiore di persone ricoverate nei reparti di medicina ordinaria e nelle unità di terapia intensiva, la cui saturazione rappresenta uno dei pericoli principali della pandemia, per la tenuta del sistema sanitario e di riflesso per la tutela della salute dei cittadini. La pandemia di COVID-19 non ha infatti fatto sparire per magia i traumi gravissimi dovuti a incidenti stradali o di altro tipo, così come non sono diminuiti gli eventi cardio-cerebrovascolari improvvisi come ictus e infarti , o altre condizioni che richiedono ricoveri urgenti in ospedale. Un maggior numero di contagi si traduce inoltre in insopportabili e costanti perdite di vite umane; nel solo Regno Unito, nel momento in cui stiamo scrivendo, sono stati registrati 75.547 decessi, sulla base della mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'Università Johns Hopkins. La Gran Bretagna fra poche ore supererà l'Italia (che conta al momento 75.680 vittime), proprio a causa della circolazione della nuova variante.

Come indicato B.1.1.7 è stata già individuata in diversi Paesi, Italia compresa, e al momento non se ne conosce la circolazione. Impedire che si diffonda, così come spezzare la catena dei contagi del ceppo originale, è fondamentale se vogliamo vincere questa battaglia contro il virus, forti anche dell'avvio della campagna vaccinale. Ma più permettiamo al virus di circolare e maggiori sono i rischi che esso possa sviluppare mutazioni in grado di resistere ai vaccini. Pertanto dobbiamo continuare a indossare le mascherine, a tenerci distanti e a lavarci spesso le mani. Sono gesti semplici ma preziosissimi, che ci aiuteranno a uscire finalmente da questo incubo.

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