Le misure anti Covid potrebbero aver fatto estinguere due ceppi di virus dell’influenza
Due ceppi di virus responsabili dell'influenza stagionale potrebbero essere estinti grazie alle misure introdotte per combattere la pandemia di COVID-19. Dalle indagini epidemiologiche condotte in diversi Paesi era già noto che le epidemie influenzali erano state letteralmente cancellate dall'uso costante delle mascherine, dal distanziamento sociale, dalla costante igiene delle mani (con acqua e sapone e gel idroalcolici) e da tutte le altre restrizioni introdotte contro il coronavirus SARS-CoV-2, ma la sparizione dai “radar” di interi ceppi di virus è una novità particolarmente significativa. Qualora venisse confermata, infatti, ciò si tradurrebbe in una migliore precisione dei vaccini che facciamo ogni anno per prevenire l'influenza, potendo eliminare due possibili bersagli dalla lista.
Ad annunciare la potenziale scomparsa dei due ceppi di virus influenzali – nello specifico un clade dell'H3N2 (chiamato 3c3) e la linea B/Yamagata – è stato il professor Trevor Bedford, esperto di evoluzione virale e biologo computazionale presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle. Lo scienziato, intervistato da STAT assieme al collega virologo Florian Krammer della Mount Sinai School of Medicine di Manhattan, ha affermato che ci sono buone probabilità della scomparsa, sebbene il mondo “sia un posto grande” e i due ceppi potrebbero essere ancora annidati ovunque. Semplicemente, potrebbero non essere stati rilevati anche a causa dello stravolgimento dei sistemi sanitari provocati dalla pandemia in corso. Ciò che è certo è che i due ceppi non sono comparsi nei database virologici internazionali.
In parole semplici, esistono sistemi di sorveglianza in molti Paesi per monitorare quali ceppi di virus influenzali sono in circolazione; si tratta di un'informazione estremamente preziosa (anche) per mettere a punto ogni anno i vaccini, basati sulla previsione di quali risulteranno i lignaggi dominanti della stagione. I virus dell'influenza, numerosi e particolarmente mutevoli, si suddividono infatti in quattro tipi principali (A, B, C e D) di cui solo i primi sue sono tipicamente associati alle stagioni influenzali, mentre soltanto il primo può scatenare pandemie. I vaccini trivalenti/quadrivalenti contro l'influenza solitamente sono progettati per combattere contro due ceppi del virus dell'influenza A e contro il ceppo (o i ceppi) dell'influenza B. Nel caso dei virus dell'influenza A, essi si suddividono in sottotipi sulla base della posizione di due proteine superficiali: l'emoagglutinina (H) e la neuraminidasi (N). È per questa ragione che esistono i virus H3N2, H5N8, H1N1 e via discorrendo, che a loro volta si dividono in ulteriori sottogruppi. I virus dell'influenza B fanno invece parte di due grandi lignaggi principali: B/Victoria e B/Yamagata.
Come indicato, gli esperti valutano ogni anno quali sono i ceppi in circolazione attraverso test di sequenziamento dei campioni biologici estratti dai pazienti. A partire da marzo del 2020 i due ceppi di virus influenzali H3N2 (3c3) e B/Yamagatanon non sono stati più rilevati dai laboratori di monitoraggio, pertanto gli esperti ritengono plausibile che possano essere estinti, proprio grazie alle misure anti Covid. Come spiegato dai professori Krammer e Bedford a STAT, il solo fatto che i laboratori non li abbiano rilevati non significa che la scomparsa sia confermata, tuttavia ci sono concrete probabilità che ciò sia avvenuto grazie alle restrizioni con cui abbiamo imparato a convivere da circa un anno e mezzo.