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Le menzogne di Belle Gibson sulle medicine alternative

La blogger australiana fingeva di essere guarita da un tumore mai diagnosticato per profitto.
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A cura di Juanne Pili
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Grazie anche al servizio del Guardian è recentemente salita alla ribalta la storia di Belle Gibson, blogger australiana che affermava di essere guarita dal cancro grazie alla terapia Gerson.

Secondo la sedicente cura di Gerson sarebbe possibile guarire dai tumori purificando il corpo attraverso copiose assunzioni di frullati vegetali e clisteri al caffé (almeno cinque al giorno); il caso Gibson come quello purtroppo finito tragicamente della modella Jessica Ainscough è stato già sottoposto a critica numerose volte, citiamo a titolo d’esempio un articolo di Scienceblogs. L’analisi più dettagliata delle affermazioni della Gibson, la quale aveva nel mentre fondato una società (Inkerman road nominees pty ltd), è stata fatta dai debunker del sito bellegibson.net. Un indizio in particolare aveva destato sospetti: la blogger affermava che il cancro le era stato diagnosticato nel 1999 all’età di vent’anni; salta fuori invece che la ragazza è nata nel 1991. Ci sono anche dichiarazioni della madre, la quale definisce l’attività divulgativa della figlia un insieme di "bugie a fin di bene" (white lies).

Il problema di queste bugie è che costano caro, in tutti i sensi, non solo perché la terapia Gerson non è gratuita – a fronte della totale inconsistenza scientifica – ma anche perché la stessa Gibson aveva nel mentre pubblicato un libro con la casa editrice Penguin e rilasciato una App (The whole pantry) di ricette che promettevano di curare i tumori. L’invito ad abbandonare le cure cosiddette ufficiali (cioè che curano davvero) era piuttosto forte. Inizialmente la blogger promise di devolvere il ricavato dei suoi profitti a non meglio precisate associazioni benefiche, salvo poi ammettere di non aver mantenuto la parola a causa di fantomatici problemi tecnici.

Intervistata alla trasfissione di Tara Brown 60 Minutes è la stessa Gibson a cedere in lacrime. Tutte bugie, dovute a suo dire a complessi psicologici e alla convinzione che lo stile di vita da lei promosso fosse realmente efficace. Intanto la giustizia ha cominciato a muoversi. La Penguin books si defila accettando di pagare una ammenda di appena ventimila euro per non aver sottoposto a verifica i contenuti del libro firmato dalla Gibson; la società della blogger è in liquidazione, non sarebbe in regola col fisco e questo potrebbe costare molto caro alla Gibson, la quale rischia persino di finire in prigione, oltre a dover sborsare al fisco Australiano milioni di dollari.

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Jessica Ainscough presentava al braccio sinistro tutti i sintomi previsti in un sarcoma non curato. Credit: Salvo Di Grazia.

Il caso di Jessica Ainscough. L’Australia è anche la patria di una modella a cui venne realmente diagnosticato il cancro, per la precisione un sarcoma epiteloide al braccio sinistro all’età di ventidue anni. Stando alle conoscenze attuali avrebbe potuto guarire mediante una amputazione della parte interessata, nella sua fascia d’età l’aspettativa di vita si aggira attorno al 75%. Ma la Ainscough non poteva accettare di porre a rischio il sogno di una vita: fare la modella. Così si convinse che le vere cure ci vengono tenute nascoste, una di queste sarebbe la già citata terapia Gerson, molto diffusa soprattutto negli Usa. Così Jessica comincia ad ammazzarsi di frullati e clisteri al caffé. Il sarcoma è un tumore a lenta progressione, quindi non è un mistero per la Medicina il fatto che per diversi anni sia andata in giro indisturbata a fare conferenze, dove promuoveva l’abbandono delle cure mediche in favore di quelle alternative, in special modo la sua. Solo che ad un certo punto qualcuno comincia ad insospettirsi perché il braccio interessato dal tumore – che lei afferma di aver sconfitto – non è mai perfettamente visibile nelle foto, mentre qualcuno fa girare immagini di vita privata dove compaiono nell'arto proprio i segni previsti di un sarcoma non curato.

Anche la madre di Jessica aveva un tumore, al seno, che crede di curare anche lei con la terapia Gerson. Quando questa inevitabilmente muore Jessica comincia a ritrattare: nega di aver mai affermato di essere guarita, ma ormai il danno è fatto, specialmente per tutti quelli che erano stati convinti dalla sua storia. La modella australiana che si definiva "guerriera del benessere" muore il 26 febbraio 2015.

Per chi volesse approfondire come agiscono realmente i tumori e perché bisogna diffidare dalle cosiddette cure alternative suggeriamo la visione dell’intervista a Daniel Puente (biologo) e Gaetano Pezzicoli (esperto in biomedicina) dove si cita anche della terapia Gerson.

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