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Covid 19

Le mascherine possono proteggerti dalla forma grave della COVID-19, oltre che dal contagio

Un team di ricerca americano ha dimostrato che grazie alle mascherine si respira aria altamente umidificata. Questo meccanismo favorisce l’idratazione delle alte vie respiratorie, che a sua volta innesca una serie di funzioni biologiche che possono proteggerci da infezioni più gravi, compresa quella causata dal coronavirus SARS-CoV-2.
A cura di Andrea Centini
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Tra le principali misure anti contagio contro il coronavirus SARS-CoV-2 vi è l'uso delle mascherine, che in Italia, da alcuni mesi, è obbligatorio indossare anche all'aperto. La barriera fisica offerta da questi dispositivi, infatti, blocca meccanicamente un'ampia percentuale di goccioline respiratorie grandi (droplet) e piccole (aerosol) espulse mentre si tossisce, starnutisce, parla e respira, riducendo così sia il rischio di infezione che quello di diffusione nel patogeno, nel caso in cui – ad esempio – si fosse positivi e asintomatici. Un nuovo studio dell'Università di Chicago, del resto, ha appena dimostrato che almeno il 50 percento dei contagi deriva da soggetti senza sintomi. Ma le mascherine possono offrire anche un altro prezioso beneficio durante questa pandemia, ovvero quello di ridurre il rischio di sperimentare la forma grave della COVID-19, in caso di contagio. Com'è possibile?

A spiegarlo è un team di ricerca del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (NIDDK), centro che fa parte degli Istituti Nazionali di Sanità (NIH) degli Stati Uniti. Gli scienziati, coordinati dal professor Adriaan Bax del Laboratorio di Fisica Chimica, hanno dimostrato che l'aria inspirata mentre si indossano le mascherine ha un livello elevato di umidità, un fattore che può aiutarci a proteggerci dall'infezione severa. Com'è noto, il periodo in cui è più facile ammalarsi con un'infezione respiratoria (come la comune influenza o una sindrome parainfluenzale) è quello freddo dell'autunno-inverno, quando l'umidità è generalmente più bassa. Una elevata umidità dell'aria, del resto, idrata le alte vie respiratorie, e una maggiore idratazione può proteggerci per diverse ragioni. Innanzitutto favorisce la cosiddetta clearance mucociliare (MCC), un meccanismo di difesa che intrappola virus e altri patogeni nel muco, riducendo il rischio che essi possano raggiungere i polmoni. In secondo luogo, concentrazioni più elevate di umidità possono spingere il sistema immunitario a produrre proteine protettive – chiamate interferoni – in grado di combattere i virus. Non è un caso che un gruppo di esperti di malattie infettive abbia lanciato una petizione da sottoporre all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per umidificare i locali pubblici. Secondo i promotori dell'iniziativa, la protezione ideale si otterrebbe impostando un umidificatore tra il 40 e il 60 percento (senza esagerare, dato che c'è il rischio di muffe e potenziali problemi di salute).

Il professor Bax e i colleghi attraverso un apposito  esperimento hanno dimostrato che, grazie alle mascherine, si respira aria altamente umidificata. Hanno coinvolto alcuni volontari chiedendo loro di respirare in un contenitore di acciaio, prima senza mascherina e poi indossando quattro differenti tipologie di mascherine: un filtratore professionale N95 (equivalente alla nostra FFP2); una mascherina chirurgica usa e getta a tre strati; una mascherina di comunità di cotone-poliestere a due strati e una mascherina di cotone pesante. Nel primo caso, senza indossare la mascherina, il contenitore di acciaio si è riempito rapidamente di vapore acqueo, mentre l'accumulo di umidità si è ridotto in modo significativo indossando un qualunque tipo di dispositivo. Ciò stava a significare che l'aria umidificata continuava a circolare tra la mascherina e lo strato di tessuto, venendo continuamente inspirata ed espirata dall'utente. Questo meccanismo di idratazione delle vie respiratorie, come indicato, spiegherebbe il motivo per cui le persone che indossano le mascherine se infettate presentano un rischio minore di COVID-19 grave.

Un scienziato impegnato nell'esperimento con le mascherine. Credit: National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases
Un scienziato impegnato nell'esperimento con le mascherine. Credit: National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases

“Abbiamo scoperto che le mascherine per il viso aumentano sensibilmente l'umidità dell'aria inalata. Suggeriamo che la risultante idratazione delle vie respiratorie potrebbe essere responsabile della documentata minore gravità della malattia COVID-19 in associazione all'uso di una mascherina”, ha dichiarato il professor Bax in un comunicato stampa. “È stato dimostrato che alti livelli di umidità riducono la gravità dell'influenza e potrebbero essere applicabili alla gravità della COVID-19 attraverso un meccanismo simile”, ha aggiunto lo scienziato. I dettagli della ricerca “Hydrating the Respiratory Tract: An Alternative Explanation Why Masks Lower Severity of COVID-19” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Biophysical Journal.

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