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Le lucciole rischiano di sparire per sempre e la colpa è solo nostra

Un team di ricerca internazionale ha condotto il più ampio studio di sempre sulla conservazione delle lucciole, determinando che molte delle duemila specie note sono fortemente minacciate dall’uomo. Tra le principali cause nel declino delle popolazioni vi sono la distruzione degli habitat naturali, l’inquinamento luminoso e l’utilizzo di pesticidi.
A cura di Andrea Centini
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Anche le splendide lucciole rischiano di sparire per sempre. Delle circa duemila specie di questi iconici e delicati coleotteri sono infatti molte quelle minacciate dai fattori antropici, che ne hanno decimanto le popolazioni in varie parti del mondo. Tra le principali cause vi sono la distruzione degli habitat naturali, l'utilizzo intensivo di pesticidi, l'inquinamento luminoso e persino l'ecoturismo per ammirare questi insetti mentre si illuminano nel cuore della notte.

Il precario stato di conservazione delle lucciole è stato determinato attraverso il più ampio studio mai condotto su questi animali, nel quale sono stati coinvolti entomologi (studiosi di insetti) di tutto il mondo. A coordinare la ricerca sono stati gli scienziati dell'Università Tuft di Somerville, nel Massachusetts (Stati Uniti), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Malaysia Nature Society, della The Xerces Society for Invertebrate Conservation e di numerosi altri istituti. Tutti gli scienziati fanno capo allo IUCN SSC Firefly Specialist Group, un gruppo di ricerca dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura specializzato nello studio delle lucciole.

Lo studio è stato coordinato dalla biologa Sara Lewis dell'ateneo statunitense, che per avere un quadro complessivo dello stato delle lucciole ha intervistato i colleghi di numerosi Paesi. Dai dati raccolti è emerso che la minaccia principale per questi insetti – così come per altri animali – è la distruzione degli habitat. Tra le specie più in pericolo c'è la lucciola malese Pteroptyx tener, nota per condurre splendide danze luminose sincronizzate. Questa specie vive a stretto contatto con le mangrovie, ma moltissimi di questi alberi sono stati eliminati per far posto alle piantagioni di palme da olio e allevamenti di acquacoltura, come specificato dalla professoressa Lewis. In altre specie le femmine a differenza dei maschi sono incapaci di volare, e quando i loro habitat vengono distrutti per far posto a campi agricoli, allevamenti, strade e città non possono spostarsi altrove.

Anche la luce artificiale è considerata una fortissima minaccia. Questi insetti vivono infatti per mesi (o anni) nella fase di larva, e soltanto pochi giorni nella forma adulta. L'unica loro preoccupazione è dunque la riproduzione; alcune non si nutrono nemmeno dopo aver raggiunto la maturità. I loro rituali di accoppiamento e il riconoscimento interspecifico si basano proprio sull'emissione di luce, ma se la loro viene disturbata da quella artificiale gli insetti non riescono a trovarsi e a riconoscersi, compromettendo così il fondamentale ciclo riproduttivo. Purtroppo, spiega il coautore dello studio Avalon Owens, le nuove luci a LED ad alta efficienza non migliorano affatto la situazione per le lucciole.

Il terzo grande nemico di questi insetti è rappresentato dagli insetticidi, in particolar modo organofosfati e neonicotinoidi. Gli studiosi sottolineano che c'è ancora molto da capire sul loro impatto, ma risulta evidente un declino delle popolazioni nelle aree in cui vengono utilizzati con maggiore frequenza. Cali significativi sono stati registrati per la lucciola Lampyris noctiluca che vive in Inghilterra, anch'essa nota per gli affascinanti spettacoli di bioluminescenza sincronizzata.

Un ulteriore rischio è rappresentato dalle migliaia di persone che soprattutto in Malesia, Giappone e altri Paesi del Sud Est asiatico organizzano spedizioni di grandi gruppi per osservare le lucciole di notte, finendo per intralciare i loro delicatissimi equilibri riproduttivi. Per tutto questo la dottoressa Lewis e i colleghi sottolineano l'importanza di mettere a punto misure specifiche per tutelare questi magnifici insetti, in grado di suscitare meraviglia in chiunque. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica BioScience.

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