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Le immagini del raro ‘asilo nido’ delle mante: un segreto svelato per caso

La nursery delle mante giganti si trova molto lontana dalla costa, nel cuore del Golfo del Messico. È stata identificata da un giovane biologo dell’Università della California di San Diego mentre studiava esemplari adulti. Si tratta di una scoperta eccezionale poiché avvistare un piccolo di manta gigante in natura è estremamente raro.
A cura di Andrea Centini
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Credit: GP Schmahl / FGBNMS
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Scoperto il secondo ‘asilo nido' al mondo per mante e il primo mai documentato scientificamente. È stato individuato nel cuore del Parco Nazionale Marino “Flower Garden Banks” nel Golfo del Messico nordoccidentale, al largo delle coste del Texas. Si tratta di una scoperta eccezionale per i biologi che studiano questi meravigliosi giganti gentili, le cui fasi giovanili sono così rare che non vengono praticamente mai viste in natura. Tutto ciò che sappiamo sui piccoli di manta, infatti, deriva dalle osservazioni condotte in cattività, nei grandi acquari metropolitani.

Lo spettacolare raduno di giovani mante è stato svelato dal dottor Joshua Stewart, uno studente laureato dello Scripps Institution of Oceanography presso l'Università della California di San Diego, che ha collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica (NOAA). Il dottor Stewart stava studiando una popolazione di mante adulte, ma quando incontrò due piccoli nel 2016 – un evento rarissimo – decise di ampliare la sua indagine, raccogliendo tutte le informazioni fotografiche e i documenti sui riconoscimenti delle mante fatti negli ultimi 25 anni. Gli esemplari di questi pesci possono essere identificati osservando le macchie nere sul ventre bianco, ‘impronte digitali' alla stregua delle pinne dorsali dei cetacei.

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Dall'analisi è emerso che il 95 percento delle mante che viene avvistato a Flower Garden Banks ha un'apertura ‘alare' (le grandi pinne pettorali espanse) media di soli 2,25 metri. Ciò significa che si tratta quasi esclusivamente di esemplari giovani, considerando che gli adulti arrivano a ben 7 metri (al massimo). “La fase giovanile delle mante oceaniche è sempre stata un po' una scatola nera per noi, dal momento che la osserviamo così raramente”, ha dichiarato il dottor Stewart, che è anche direttore esecutivo del Manta Trust, un progetto di conservazione della mante su scala globale. “Identificare quest'area come nursery mette in luce la sua importanza per la conservazione e la gestione, ma ci dà anche l'opportunità di concentrarci sui giovani e di conoscerli. Questa scoperta è un importante progresso nella nostra comprensione delle specie e dell'importanza degli habitat diversi nel corso della loro vita”.

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Ma perché è così difficile individuare i luoghi dove vivono le mante giovani? Il motivo risiede nella lenta gestazione – 12/14 mesi – e nel numero di piccoli partoriti, soltanto uno ogni 2 o 3 anni dalle femmine adulte, che raggiungono la maturità sessuale a 10 anni (e ne vivono circa 50). Le mante sono ovovivipare e le uova si schiudono all'interno della madre, che poi dà alla luce il piccolo. A differenza di altri pesci cartilaginei che producono prole numerosa, le mante ne fanno pochi e preziosi, per questo le ‘nursery' si trovano in ambienti molto lontani dalla costa e protetti. Come indicato, quello del Flower Garden Banks è il secondo mai scoperto (il primo è stato individuato in Indonesia nel 2015, la laguna Wayag di Raja Ampat), tuttavia quello americano è il primo sottoposto a indagine scientifica.

Credit: uccisea1970
Credit: uccisea1970

Sono note soltanto due specie di manta, la manta gigante (Manta birostris) e la manta della barriera corallina (Manta alfredi), entrambe osservate nell'area marina nel Golfo del Messico. Tutte e due le specie sono minacciate di estinzione (codice VU, vulnerabili, nella Lista Rossa IUCN) e i motivi sono legati alla pesca accidentale – le carni non sono ritenute di qualità – e quella mirata in Asia. I pescatori le uccidono per rimuovere le branchie, le cui polveri sono utilizzate nella medicina tradizionale cinese. Studiare il loro ‘asilo nido' aiuterà gli scienziati a migliorare gestione e protezione delle due specie. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Marine Biology.

[Credit: Scripps Institution/UC San Diego]

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