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Le feste di compleanno aumentano il rischio di Covid, soprattutto se il festeggiato è un bambino

Un team di ricerca americano guidato da scienziati della Scuola di Medicina dell’Università di Harvard ha dimostrato che le feste di compleanno possono aumentare in modo significativo il rischio di diffusione del coronavirus SARS-CoV-2. Le feste dei bambini hanno un rischio quasi triplo rispetto a quelle degli adulti.
A cura di Andrea Centini
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Sin da quando è scoppiata la pandemia di COVID-19 sono state introdotte diverse misure per impedire o limitare i contatti sociali, con l'obiettivo di spezzare la catena dei contagi. Il coronavirus SARS-CoV-2, del resto, è un patogeno respiratorio che si trasmette attraverso le goccioline grandi (droplet) e piccole (aerosol) che espelliamo quando tossiamo, starnutiamo, parliamo o semplicemente respiriamo; più siamo distanti e protetti (ad esempio con le mascherine), minore è il rischio di essere contagiati. Per questa ragione sono rimasti chiusi a lungo molti locali a rischio assembramento, così come sono stati vietati banchetti, feste private e altri eventi. Solo con la situazione epidemiologica in netto miglioramento delle ultime settimane, in Italia, è stato possibile riaprire a determinate occasioni conviviali, sfruttando comunque la barriera del Green Pass. Tra essi figurano anche le feste di compleanno, che in base a un nuovo studio possono rappresentare un vero e proprio catalizzatore per i nuovi contagi, soprattutto quando si tratta di festeggiamenti per i bambini.

A dimostrare che le feste di compleanno possono aumentare sensibilmente il rischio di contagio è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della RAND Corporation di Santa Monica (California), della Castlight Health di San Francisco, del Dipartimento di Medicina del Massachusetts General Hospital e del National Bureau of Economic Research di Cambridge. Gli scienziati, coordinati dal professor Anupam B. Jena del Department of Health Care Policy dell'ateneo di Boston, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di 2,9 milioni di famiglie americane con assicurazione privata, tra il 1 gennaio e l'8 novembre 2020 (45 settimane). In parole semplici, il professor Jena e i colleghi hanno incrociato i dati sui tassi di positività al coronavirus SARS-CoV-2 riscontrati nelle diverse famiglie coinvolte e li hanno associati alle date di nascita dei singoli membri, osservando che la prevalenza della COVID-19 nelle varie contee era maggiore proprio in corrispondenza dei compleanni.

In termini squisitamente numerici, gli scienziati hanno osservato che tra le famiglie con la maggior prevalenza di COVID-19 “quelle con i compleanni avevano 8,6 diagnosi in più ogni 10.000 individui rispetto alle famiglie senza compleanno”, inoltre avevano “un aumento relativo del 31 percento della prevalenza a livello di contea, un aumento delle diagnosi di COVID-19 di 15,8 ogni 10.000 persone dopo il compleanno di un bambino e un aumento delle diagnosi di COVID-19 di 5,8 ogni 10.000 persone dopo il compleanno di un adulto”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. In parole semplici, le occasioni di incontro informali come le feste di compleanno possono rappresentare un volano per le nuove infezioni, soprattutto se ad essere coinvolti sono i più piccoli, con un rischio triplo rispetto a una festa di compleanno di un adulto. Del resto nelle feste per i bambini vengono normalmente invitate più persone, tra compagni di classe e amichetti, inoltre i piccoli tendono a rispettare meno le norme anti contagio (come il distanziamento sociale) e dunque possono far circolare il virus tra le famiglie con maggiore facilità.

Alla luce di questi risultati e della diffusione della variante Delta, molto più trasmissibile e con un tasso di ospedalizzazione maggiore rispetto al ceppo originale (in base ai dati del Regno Unito), anche se finalmente è di nuovo possibile organizzare feste, party e altri eventi privati resta dunque fondamentale rispettare tutte le norme anti contagio previste. Proprio in Gran Bretagna si sta assistendo a un'impennata di contagi soprattutto tra giovani e non vaccinati, una vera e propria terza ondata che ha spinto il governo di Boris Johnson a rimandare la riapertura “totale” attesa per il 21 giugno. Secondo il professor Andrea Crisanti, microbiologo che dirige il Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, la variante Delta diventerà dominante anche in Italia (nel Regno Unito lo è da metà maggio) e dunque resta imperativo essere prudenti, anche e soprattutto durante le feste di compleanno. I dettagli della ricerca “Assessing the Association Between Social Gatherings and COVID-19 Risk Using Birthdays” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA Internal Medicine.

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