Le donne incinte contagiate dal coronavirus hanno un rischio superiore di parto prematuro
Le donne incinte contagiate dal coronavirus SARS-CoV-2 hanno un rischio superiore di andare incontro a un parto prematuro rispetto alle gestanti non infettate. A evidenziarlo diversi studi condotti negli ultimi mesi, tra i quali l'ultimo, autorevole, coordinato da scienziati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), una delle principali agenzie federali degli Stati Uniti che si occupa di salute pubblica.
I ricercatori della task force “COVID-NET Surveillance Team” sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le cartelle cliniche di circa ottomila donne tra i 15 e i 49 anni, tutte positive al coronavirus e ricoverate tra l'inizio di marzo e la fine di agosto in diversi ospedali di 13 Stati americani. Fra le donne coinvolte nello studio, in 598 sono risultate in dolce attesa. Circa il 55 percento delle gestanti è risultato completamente asintomatico (non mostrava febbre, mal di testa, tosse e altri sintomi di base della COVID-19), mentre il restante 45 percento aveva i sintomi dell'infezione, con un ventaglio di condizioni che spaziava da lievi a critiche. Il 16 percento delle donne incinte è stato ricoverato in terapia intensiva, e la metà di esse ha richiesto la ventilazione meccanica per insufficienza respiratoria. Tre donne (1 percento) sono decedute durante il ricovero in ospedale a causa della COVID-19.
Al termine dello periodo di follow-up 10 donne sono andate incontro a un aborto, mentre fra le 445 che hanno dato alla luce un figlio vivo, quasi il 13 percento ha avuto un parto prematuro, una percentuale sensibilmente superiore a quella rilevata nelle gravidanze prima della pandemia. Il parto pretermine si è verificato con probabilità sensibilmente superiori per le gestanti sintomatiche rispetto a quelle asintomatiche, ovvero 23,1 percento contro 8 percento. Alla luce di questi risultati, gli scienziati del COVID-NET Surveillance Team nello studio “Characteristics and Maternal and Birth Outcomes of Hospitalized Pregnant Women with Laboratory-Confirmed COVID-19” hanno sottolineato che le donne incinte e gli operatori sanitari “dovrebbero essere consapevoli dei potenziali rischi della COVID-19 grave, inclusi gli esiti avversi della gravidanza”. “Identificare la COVID-19 durante i ricoveri per il parto è fondamentale per guidare le misure di prevenzione per proteggere le donne incinte, i genitori, i neonati, gli altri pazienti e il personale ospedaliero”, hanno concluso gli studiosi. Benché rilevanti, i risultati dello studio andranno confermati da indagini più approfondite, dato che sono state evidenziate alcune limitazioni (ad esempio, per circa la metà delle gestanti non era noto l'effettivo motivo del ricovero).
In precedenza la ricerca “Risks of Novel Coronavirus Disease (COVID-19) in Pregnancy; a Narrative Review” pubblicata sulla rivista scientifica Archives of Academic Emergency Medicine e basata sulla revisione di 13 articoli dedicati all'associazione tra gravidanza e infezione da coronavirus, aveva determinato che la COVID-19 può determinare “sofferenza fetale, aborto spontaneo, distress respiratorio e parto pretermine nelle donne incinte”. Altri due studi scientifici pubblicati su The Lancet Global Health e JAMA Network hanno invece rilevato che durante la pandemia si è registrato un sensibile incremento dei bimbi nati morti; in questo caso, tuttavia, la responsabilità non è stata del coronavirus in sé, bensì del lockdown, che ha ridotto in modo significativo le visite di controllo in grado di salvare la vita ai bambini delle gravidanze difficoltose.