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Le donne in arresto cardiaco hanno meno probabilità di essere rianimate e sopravvivere degli uomini

Un team di ricerca olandese dell’Academic Medical Center di Amsterdam ha dimostrato che le donne che vanno in arresto cardiaco hanno maggiori probabilità di non essere rianimate e dunque di non sopravvivere rispetto agli uomini. La speranza di vita risulta essere praticamente dimezzata. Ciò avviene perché a causa dell’errata percezione che gli eventi cardiologici siano meno frequenti nelle donne si determinano interventi tardivi.
A cura di Andrea Centini
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Credit: illyaalvarado
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Le donne che vanno in arresto cardiaco hanno minori probabilità di essere rianimate degli uomini e dunque di sopravvivere. La ragione principale risiede nel fatto che sin troppo spesso nel gentil sesso l'evento cardiaco viene riconosciuto quando ormai è troppo tardi. Si tratta di un riflesso dell'errata percezione del rischio cardiologico nelle donne, ritenuto – a torto – molto inferiore rispetto a quello degli uomini. Senza contare che le donne, oltre ad essere soccorse più tardi, ricevono anche meno trattamenti degli uomini una volta ricoverate in ospedale.

Ricerca internazionale. A tratteggiare questo inquietante quadro del rischio cardiologico femminile è stato un team di ricerca olandese composto da scienziati del Dipartimento di Cardiologia Clinica e Sperimentale presso l'Academic Medical Center di Amsterdam. I ricercatori, coordinati dal professor Hanno L. Than, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente tutti i tentativi di rianimazione operati dal Servizio Medico di Emergenza (EMS) in una provincia dei Paesi Bassi tra il 2006 e il 2012, per un totale di quasi seimila casi di arresto cardiaco extraospedaliero (il 28 percento dei quali riguardanti donne).

I risultati. Dall'analisi dei dati è emerso non solo che le donne avevano una minore probabilità di essere rianimate dai passanti (68 percento contro il 73 percento degli uomini), ma che avevano anche una probabilità praticamente dimezzata di sopravvivere rispetto ai maschi (12,5 percento contro il 20 percento). La ridotta speranza di sopravvivenza è risultata presente in ogni fase della cura, dal luogo dell'evento al ricovero in ospedale. Come dichiarato all'ANSA dal dottor Filippo Crea, direttore del Polo di Scienze cardiovascolari e toraciche del Policlinico Gemelli IRCCS, il fatto che le donne ricevano meno spesso la rianimazione è dovuto proprio all'idea sbagliata che nelle donne le malattie cardiache siano meno frequenti. “È una percezione da sfatare: in Europa il 50% sia degli uomini sia delle donne muore di malattie cardiovascolari e la donna ha una probabilità di morire di infarto 10 volte maggiore che di cancro al seno”, ha dichiarato lo scienziato italiano. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata European Heart Journal dell'Associazione Europea di Cardiologia.

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