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Le cento specie che, tra non molto, spariranno dal Pianeta

Nella lista redatta da oltre 8000 scienziati per la IUCN, e presentata in un libro al World Conservation Congress, ci sono animali rari, ma anche piante e funghi: tutti accomunati dal medesimo amaro destino.
A cura di Nadia Vitali
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cento specie a rischio estinzione

Solo pochi anni fa, la International Union for Conservation of Nature constatava come il bellissimo rospo di Kihansi, diffuso tra le omonime cascate della Tanzania, si fosse definitivamente estinto in natura: la costruzione di una diga nel 2000 presso quello che era il suo territorio originario si è rivelata fatale per una specie così delicata a cui, negli anni successivi, è stata sufficiente la malattia provocata da un fungo per ricevere il colpo di grazia. Eppure il rospo di Kihansi, nome scientifico Nectophrynoides asperginis, descritto per la prima volta nel 1999, è quasi più fortunato di molte altre creature della Terra: perché già da anni è in corso un programma di ripopolamento che, attraverso una prima fase di allevamento in cattività, mira a restituire l'anfibio alla sua regione nei prossimi anni. Non per tutti gli animali che rischiano seriamente di scomparire nel giro di poco tempo sarà possibile assistere a simili progetti di recupero.

Senza prezzo o senza valore? – Attualmente sono oltre cento le specie in grave pericolo: animali, ma anche funghi e piante, di cui pochissimi esemplari restano ancora in vita e che, nel volgere di qualche anno, saranno dichiarati definitivamente estinti. Una previsione nera ma che si basa su un amaro dato di fatto: nessuno sforzo è stato o verrà attuato per la salvaguardia di queste creature. In occasione della presentazione del libro che illustra il rapporto di circa ottomila scienziati della IUCN al World Conservation Congress a Jeju, nella Corea del Sud, si è imposta una riflessione etica sul futuro delle specie che attualmente sono in grave difficoltà ma anche di quelle che potrebbero a breve trovarsi nella medesima situazione: è giusto intervenire per la salvezza di creature che non apportano benefici all'umanità? E ancora, quando l'investimento potrebbe risultare troppo oneroso, ne varrebbe davvero la pena? Da qui il titolo del libro, Priceless or Worthless?, Preziosissime o senza alcun valore?

Un bene unico ed insostituibile – Il report si sofferma sull'unicità di ciascuna specie, sulla sua insostituibilità in natura, sulla necessità di promuovere azioni efficaci per la tutela di tutte quelle creature che a breve si estingueranno: tra queste il saola, il rinoceronte di Giava e quello di Sumatra. E, soprattutto, sottolinea la necessità urgente di modificare la visione antropocentrica che l'uomo ancora ostenta nei confronti della natura in cui la scarsezza di benefici immediati che una specie può offrire implica che questa possa morire e finire nell'oblio nell'indifferenza totale: e così, anche il bradipo pigmeo tridattilo, di cui restano appena duecento esemplari in natura sull'isola panamense di Escudo, potrebbe estinguersi tra molto poco, dimenticato dalle stesse istituzioni che si occupano della salvaguardia delle specie viventi. Il suoi più forti nemici, quelli che lo hanno portato sull'orlo dell'estinzione, hanno nome e volto umano: sono la caccia e la deforestazione.

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