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Le cellule umane hanno un ‘orologio interno’ che determina il ciclo vitale: cosa significa

Ricercatori americani hanno osservato per la prima volta repentini cambiamenti nella forma e nelle dimensioni del nucleo in cellule umane vive. Il meccanismo, individuato grazie a un microscopio a fluorescenza, indica l’esatto momento del ciclo vitale e può essere sfruttato per comprendere meglio lo sviluppo di alcune patologie.
A cura di Andrea Centini
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Le cellule umane hanno un vero e proprio ‘orologio interno', dal quale è possibile determinare l'esatto momento del ciclo di vita cellulare. La scoperta è stata fatta da un team di ricerca dell'Università di New York, che ha dimostrato come le dimensioni e la forma del nucleo compiano fluttuazioni in un breve lasso di tempo. Da questi cambiamenti è possibile ottenere informazioni inedite da sfruttare in ambito medico.

Che la membrana nucleare cambiasse in dimensioni nel corso della vita di una cellula era già noto da tempo, tuttavia non si sapeva che il nucleo compiesse fluttuazioni nell'arco di pochi secondi. La ragione risiede nel fatto che osservare una cellula viva sia tutto fuorché semplice; non a caso la maggior parte di queste analisi viene infatti condotta su cellule morte. Per superare i limiti tecnici, gli studiosi coordinati dalla dottoressa Alexandra Zidovska, docente di Fisica presso l'ateneo americano, hanno sfruttato un microscopio all'avanguardia basato sulla fluorescenza, grazie al quale sono riusciti a intercettare queste minuscole variazioni della membrana nucleare.

Zidovska e colleghi hanno scoperto che questi cambiamenti si riducono sensibilmente col passare del tempo, indicando così un momento specifico del ciclo cellulare. Avere questa informazione non solo aumenta le nostre conoscenze in termini biologici, ma permetterà di approfondire diverse dinamiche legate allo sviluppo di gravi patologie. “Sappiamo che gli errori strutturali e funzionali della membrana nucleare sfociano in un gran numero di disturbi dello sviluppo e patologie ereditarie, come la cardiomiopatia, la distrofia muscolare, e il cancro”, ha sottolineato l'autrice principale della ricerca. “Gettare luce sulla meccanica delle fluttuazioni della forma nucleare potrebbe aiutarci a comprendere la membrana nucleare sia in salute che durante le malattie”, ha concluso la Zidovska. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.

[Credit: Fang-Yi Chu and Alexandra Zidovska, Department of Physics, New York University]

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