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Le banconote traportano più germi delle monete

Lo studio ha utilizzato le monete da 5 centesimi, 50 centesimi e 1 euro – composte almeno al 75 percento da rame – e banconote da 5 euro. Queste sono state esposte a uno di due batteri responsabili di infezioni: stafilococco aureo ed enterococcus faecalis.
A cura di Marco Paretti
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Il rame è conosciuto da secoli per le sue proprietà antibatteriche e persino gli antichi egizi utilizzavano questo materiale per curare le loro ferite. Oggi non utilizziamo più questo materiale in queste circostanze, ma possediamo ancora oggetti composti da rame, comprese le monete che portiamo in tasca. Il denaro è probabilmente l'oggetto maggiormente scambiato quotidianamente e anche quello che si pensa possa essere più coinvolto nella trasmissione di patogeni. Da questo assunto è partito lo studio del Professor Johannes Knobloch dell'University Medical Center Hamburg-Eppendorf in Germania, che ha scoperto come le banconote siano più facili da contaminare rispetto alle monete.

Questo non significa che le monete non possono trasportare i batteri, ma che sulla loro superficie i patogeni durano meno. Lo studio ha utilizzato le monete da 5 centesimi, 50 centesimi e 1 euro – composte almeno al 75 percento da rame – e banconote da 5 euro. Queste sono state esposte a uno di due batteri responsabili di infezioni: stafilococco aureo ed enterococcus faecalis. Anche una superficie in ceramica è stata contaminata dai batteri. Dopo la contaminazione, le superfici sono state riposte per 24 ore prima di effettuare nuovamente il conto dei microrganismi presenti su di esse.

Da 9 esperimenti indipendenti – 4 con enterococcus faecalis e 5 con stafilococco aureo – i ricercatori hanno scoperto che dopo 24 ore i batteri presenti sulle monete erano diminuiti tra il 98,7 e il 99,5 percento per quanto riguarda lo stafilococco aureo e tra il 96,8 e il 99 percento per l'enterococcus faecalis. La quantità sulle banconote era invece pressoché identica a quella sulla ceramica. "A differenza delle banconote, le monete contenenti rame mostrano un'attività antibatterica" hanno spiegato gli autori dello studio. "In molti esperimenti i batteri non sono stati eliminati completamente dalle monete. Quindi anche questi elementi possono essere vettori di trasmissione di microbi". Lo studio doveva essere presentato all'European Congress on Clinical Microbiology and Infectious Diseases cancellato per il coronavirus e non è stato ancora sottoposto a peer-review.

Un elemento fondamentale, sottolineato anche dagli autori, è che i microrganismi utilizzati in questo studio erano batteri e non virus. Per questo i risultati non possono essere estesi anche alla discussione in merito al coronavirus. "Un punto molto importante è che i microrganismi coinvolti erano due batteri differenti e non un virus, quindi i risultati non ci restituiscono niente di pratico riguardo a virus come il SARS-CoV-2" ha spiegato Kevin McConway, professore presso la The Open University.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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