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Le balene sono diventate gigantesche in tempi recenti, spinte dai cambiamenti climatici

La glaciazione dell’emisfero nord avviatasi circa 5 milioni di anni fa, a causa dell’impatto sulle correnti ascensionali marine avrebbe modificato radicalmente la distribuzione del cibo negli oceani, spingendo le balene a diventare sempre più grandi per inseguirlo.
A cura di Andrea Centini
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Paleontologi della Stanford University, dell'Università di Chicago e dello Smithsonian National Museum of Natural History (Washington) hanno determinato che le balene sono diventate enormi soltanto di recente – in termini evolutivi – a causa delle glaciazioni, che influenzando le correnti marine ascensionali hanno provocato una differente distribuzione del krill . I ricercatori, coordinati dal professor Nicholas Pyenson, curatore del reparto mammiferi marini presso il museo americano, sono giunti a queste conclusioni dopo aver effettuato la più approfondita indagine sui reperti fossili dei cetacei misticeti, la cui storia evolutiva è iniziata circa 30 milioni di anni fa.

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Oggi sappiamo che le balene sono gli animali più grandi del pianeta, tra i quali la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), con i suoi 33 metri di lunghezza massima per 190 tonnellate di peso, è il più grande che abbia mai vissuto sulla Terra, ma conoscere le dimensioni dei loro antenati risulta essere piuttosto complicato. “Come si misura la lunghezza totale di una balena quando è rappresentata da un solo reperto fossile?”, ha commentato il dottor Pyenson. Grazie a recenti studi condotti sui crani dei cetacei misticeti (quelli con i fanoni) è stato sviluppato un modello matematico piuttosto efficace per valutarla, e così i paleontologi hanno deciso di analizzare tutti i reperti fossili a loro disposizione, per un totale di 63 specie di balene estinte e 13 attualmente viventi.

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Attraverso questo modello è stato calcolato che le lunghezze di circa 10 metri sono apparse 4,5 milioni di anni anni fa in diversi lignaggi di balene, e contemporaneamente hanno iniziato a scomparire quelle più piccole. Tale processo sarebbe durato fino a 2,5 milioni di anni fa, quando i cetacei misticeti hanno acquisito le dimensioni dei giorni nostri. Per il team di ricerca, il processo sarebbe stato innescato dalla glaciazione nell'emisfero nord, prodottosi con un abbassamento generale delle temperature che ha innescato una sensibile modifica alle correnti marine ascensionali.

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Esse, strettamente associate ai cicli biologici del krill, i crostacei di cui si nutrono principalmente le balene, avrebbero modificato radicalmente la distribuzione del cibo negli oceani: non più uniforme, ma a chiazze, lungo le coste e in enormi concentrazioni, a grandi distanze le une dalle altre. Ciò avrebbe favorito il gigantismo perché un animale enorme riesce a sfruttare meglio tale modello distributivo degli alimenti, inoltre le grandi dimensioni sono un vantaggio per compiere le lunghe migrazioni tra le aree di riproduzione a quelle di alimentazione. I dettagli di questo affascinante studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B.

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[Foto di Andrea Centini]

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