Lato oscuro della Luna, cos’è e perché i cinesi ci sono andati con due robot
Il 3 gennaio 2019 la Cina ha tagliato un traguardo storico dell'esplorazione spaziale, facendo allunare per la prima volta i due robot della missione Chang-e4 (un lander e un rover) sul “lato oscuro” della Luna. Ma cos'è esattamente la faccia nascosta del nostro satellite? E perché la China National Space Administration (CNSA) – l'Agenzia spaziale cinese – ha deciso di investire una cospicua somma di denaro per inviarvi i due mezzi? Procediamo con ordine.
Cos'è il lato oscuro della Luna
Se fate attenzione ai dettagli presenti sul disco lunare, come mari e crateri, noterete che essi sono sempre gli stessi, fase dopo fase. La ragione per cui la Luna mostra sempre la stessa faccia alla Terra non è legata alla “fantasiosa” teoria dei cosiddetti terrapiattisti, secondo i quali il satellite non sarebbe altro che un semplice quadro appeso chissà dove, bensì al fenomeno della rotazione sincrona. In parole semplici, il moto del nostro pianeta e quello della Luna si sono armonizzati a tal punto che il periodo di rotazione (attorno al proprio asse) del satellite dura esattamente quanto quello di rivoluzione attorno alla Terra, cioè il tempo per compiere un'intera orbita.
Per questa ragione esiste una faccia nascosta della Luna che è impossibile da ammirare con i nostri occhi. Le prime immagini di questo “lato oscuro” furono osservate il 10 ottobre 1959, quando la sonda sovietica Luna 3 lo fotografò durante un sorvolo. I primi uomini a vederla direttamente furono gli astronauti americani Frank Borman, William A. Anders e Jim Lovell della missione Apollo 8, esattamente il 24 dicembre 1968. Dal punto di vista morfologico la faccia nascosta presenta molti più crateri rispetto alla faccia rivolta verso la Terra; questo perché il nostro pianeta ha fatto da scudo (e lo fa tuttora) durante l'evoluzione del satellite, e i meteoriti l'hanno colpito più facilmente e abbondantemente sulla faccia non protetta.
Perché è la prima volta che andiamo sul lato oscuro della Luna
Abbiamo mandato rover su Marte da molti anni, ma fino alla missione cinese Chang-e4 non abbiamo esplorato il lato oscuro della Luna, nonostante sia stato fotografato per la prima volta 60 anni fa. Per quale ragione? Il motivo è semplice. Essendo un lato opposto alla Terra, è impossibile comunicare direttamente con esso. Per aggirare questo problema l'Agenzia spaziale cinese ha inviato una sonda ad hoc nel maggio 2018, la Queqiao, che funge esattamente come un relay per le comunicazioni satellitari. In parole semplici, i dati raccolti dal lander e dal rover vengono raccolti dal Queqiao che, orbitando attorno alla Luna, può inviarli agevolmente verso la Terra.
Gli obiettivi della missione cinese
I cinesi hanno compiuto questa storica missione per diverse ragioni. La (ri)conquista della Luna è diventata una dei principali obiettivi delle agenzie spaziali di tutto il mondo, e i cinesi, proprio nell'anno del 50°anniversario della missione Apollo 11 che portò i primi uomini sul satellite, hanno puntato su un notevole vantaggio temporale. La faccia nascosta della Luna è inoltre poco conosciuta, e tra i vari obiettivi scientifici dei robot asiatici vi sono indagini morfologiche e mineralogiche, che aiuteranno gli scienziati a capire meglio l'evoluzione del satellite e di conseguenza anche quella della Terra e del Sistema solare. La faccia nascosta della Luna è libera dall'inquinamento elettromagnetico provocato dalla Terra, per questo verranno condotte analisi radioastronomiche verso lo spazio profondo, ottenendo dati decisamente più “puliti”.
Colonie umane sulla Luna
La Luna in futuro molto probabilmente ospiterà colonie umane e rappresenterà un trampolino di lancio verso Marte; per questa ragione a bordo dei robot è stata installata una piccola biosfera nel quale gli scienziati cinesi tenteranno di far crescere semi di patata, di una pianta da fiore e di Arabidopsis, uno dei modelli di laboratorio più utilizzati al mondo per indagini genetiche. Nella piccola biosfera saranno fatti nascere anche dei bachi da seta, per verificare gli effetti dell'ambiente lunare su questi processi. Entro il 2020 sarà inviata una nuova missione (Chang-e5) con l'obiettivo di raccogliere campioni lunari e riportarli sulla Terra; nel frattempo la NASA ha già annunciato di voler rimandare degli uomini sul satellite, entro una decina di anni.