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L’asfalto può rilasciare nell’atmosfera più inquinanti del traffico

Analizzando le concentrazioni di composti inquinanti rilasciate dall’asfalto, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Yale ha scoperto che nelle aree calde e soleggiate possono essere superiori a quelle dei motori dei veicoli diesel e a benzina messi assieme. Gli esperti sono preoccupati poiché spesso negli studi questa fonte di smog non viene conteggiata.
A cura di Andrea Centini
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L'asfalto – o più correttamente, il conglomerato bituminoso – che viene depositato per la pavimentazione stradale può immettere nell'atmosfera più inquinanti del traffico stesso. In altri termini, può alimentare il pericoloso smog in misura maggiore delle emissioni dei motori a benzina e diesel messi insieme. Ciò è particolarmente vero nelle giornate calde e soleggiate, che catalizzano il rilascio di sostanze dannose nell'ambiente.

A fare questa sconcertante scoperta è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della prestigiosa Università di Yale, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Ingegneria meccanica dell'Università Carnegie Mellon di Pittsburgh e dell'Istituto Max Planck per la Chimica di Mainz, Germania. Gli scienziati, coordinati dal professor Drew R. Gentner, docente presso l'istituto SEARCH (Solutions for Energy, Air, Climate and Health) e il Dipartimento di Ingegneria chimica e ambientale dell'ateneo di New Haven, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver misurato i composti volatili rilasciati dall'asfalto a diverse temperature, attraverso una tecnica chiamata spettrometria di massa ad alta risoluzione.

Nello specifico, Gentner e colleghi sono andati a caccia dei composti volatili organici (COV) e dei composti organici intermedi – semivolatili (I/SVOC), che sono dei precursori di inquinanti noti a tutti: il particolato sottile PM 2.5, cioè quello caratterizzato da tutte le particelle con un diametro inferiore o uguale ai 2,5 micrometri, e l'ozono, un inquinante fotochimico che si attiva attraverso la radiazione solare. Gli scienziati hanno osservato che il rilascio delle sostanze inquinanti sale di un ordine di grandezza quando l'asfalto viene depositato sulla carreggiata la prima volta; le macchine che lo rilasciano, infatti, lo mantengono a una temperatura compresa tra 130 e 150° C (a seconda del tipo di conglomerato utilizzato) per non farlo solidificare, catalizzando di fatto il rilascio di composti volatili.

Poiché sono proprio le alte temperature a favorire l'emissione dei composti chimici, l'effetto risulta massimo nelle strade delle città esposte a una forte radiazione solare. Basti pensare che in una giornata particolarmente calda, hanno rilevato gli scienziati, l'asfalto rilascia concentrazioni di inquinanti fino a 300 volte superiori. Andando a verificare i dati sulle emissioni del Southern California Air Basin (SoCAB) relativi a un intero anno, gli autori dello studio hanno inoltre scoperto che nella California del Sud le emissioni legate all'asfalto risultano superiori a quelle rilasciate dai veicoli con motore diesel o a benzina messi assieme. Quest'ultimo è un dato a dir poco allarmante, poiché normalmente i composti volatili rilasciati dall'asfalto non sono inclusi negli studi che valutano i livelli di inquinamento atmosferico. Alla luce di questi risultati, Gentner e colleghi suggeriscono l'uso di prodotti ecologici e alternativi al tradizionale conglomerato bituminoso. I dettagli dello studio “Asphalt-related emissions are a major missing nontraditional source of secondary organic aerosol precursors” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica ScienceAdvances.

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