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L’ape più grande del mondo riscoperta in Indonesia dopo 40 anni: si pensava fosse estinta

Nel mese di gennaio un gruppo di scienziati della Global Wildlife Conservation ha riscoperto nelle Molucche settentrionali alcuni esemplari di Megachile pluto o “ape gigante di Wallace”, l’ape più grande del mondo. L’ultimo esemplare vivo era stato era stato avvistato 38 anni fa. Le femmine raggiungono i 4 centimetri di lunghezza e un’apertura alare di 6,3.
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A cura di Andrea Centini
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L'ape più grande del mondo non è estinta, ma sopravvive ancora oggi nelle remote foreste delle Molucche settentrionali, un gruppo di isole in Indonesia. La riscoperta dell'affascinante Megachile pluto, della quale l'ultimo esemplare in vita era stato avvistato ben 38 anni fa, è stata annunciata con entusiasmo da un gruppo di ricercatori della Global Wildlife Conservation, un'organizzazione che si occupa di tutela ambientale e conservazione in tutto il mondo.

Credit: Global Wildlife Conservation
Credit: Global Wildlife Conservation

Un'ape enorme. Le femmine di Megachile pluto possono raggiungere i 4 centimetri di lunghezza ed esibire un'apertura alare superiore ai 6 centimetri, mentre i maschi arrivano al massimo ai 2,3 centimtri. Questi affascinanti insetti furono descritti per la prima volta nel 1858 dal naturalista britannico Alfred Russel Wallace; per questa ragione la specie è nota anche col nome comune di “ape gigante di Wallace”. Lo studioso ne individuò alcuni esemplari sull'isola indonesiana di Bacan, ma da allora se ne persero completamente le tracce per circa 120 anni, fino al 1981, quando l'ape fu riscoperta (una prima volta) dall'entomologo americano Adam Messer, che ne descrisse nel dettaglio morfologia e comportamento.

Credit: Clay Bolt/claybolt.com
Credit: Clay Bolt/claybolt.com

Vita nascosta. La difficoltà nell'avvistare questo peculiare insetto imenottero non risiede soltanto nell'habitat remoto in cui vive, ma anche nel suo comportamento. Le Megachile pluto, infatti, scavano i propri nidi all'interno di termitai costruiti su rami e tronchi, che arricchiscono di resina, foglie e altre sostanze per tenere alla larga le stesse termiti. Hanno una colorazione nera e sono caratterizzate da due potentissime mandibole, molto simili a quelle di alcuni coleotteri. Le utilizzano per raccogliere il materiale da costruzione e creare le entrate nei termitai. Benché l'aspetto sia decisamente più “minaccioso” delle comuni api domestiche (Apis mellifera) e api legnaiole (Xylocopa violacea), si tratta di insetti molto schivi.

Credit: Simon Robson
Credit: Simon Robson

La riscoperta. Desiderosi di ripercorrere le gesta del dottor Wallace, lo scorso gennaio gli scienziati Glen Chilton, Eli Wyman, Clay Bolt e Simon Robson hanno organizzato una spedizione nelle Molucche settentrionali, accompagnati da alcune esperte guide indonesiane. Fu proprio la guida Iswan Maujud a individuare il termitaio con un esemplare di Megachile pluto, dopo diversi giorni di ricerca andati a vuoto. “Iswan, sempre col suo occhio d'aquila, ha individuato un termitaio a circa due metri da terra … abbiamo subito notato che aveva un buco, come molti altri nidi che avevamo visto, ma questo era un po' più perfetto. Era molto rotondo, e delle dimensioni che un'ape gigante avrebbe potuto sfruttare”, ha spiegato Bolt descrivendo il momento della riscoperta. “Mi sono arrampicato e la mia torcia ha illuminato la cosa più straordinaria che abbia mai posato gli occhi su di me. Semplicemente non potevo crederci: avevamo riscoperto l'ape gigante di Wallace”, ha aggiunto con entusiasmo l'entomologo.

Credit: Clay Bolt
Credit: Clay Bolt

Un simbolo da proteggere. Benché non si vedesse un'ape gigante di Wallace da decenni, la specie è inserita solo come “vulnerabile” nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Per questo gli scienziati che l'hanno ritrovata chiedono a gran voce che venga classificata come in pericolo di estinzione, uno status che garantisce maggiori tutele di protezione e fondi per misure di conservazione ad hoc. Al di là degli aspetti conservativi, c'è ancora moltissimo da capire sulla biologia e sul comportamento di questo incredibile insetto.

Credit: Clay Bolt
Credit: Clay Bolt
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