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Lansoprazolo, effetti collaterali e rischi del farmaco per ulcere e reflusso gastroesofageo

Una panoramica su effetti collaterali e controindicazioni del lansoprazolo, un diffuso medicinale che non necessita di prescrizione medica ma che può interagire con altre terapie. Viene utilizzato normalmente per contrastare reflusso gastroesofageo, ulcere e condizioni di anomala acidità dello stomaco.
A cura di Andrea Centini
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Credit: stevepb
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Tra i farmaci più venduti in Italia, il lansoprazolo viene normalmente utilizzato per trattare patologie comuni alla stregua del reflusso gastroesofageo e delle ulcere allo stomaco e al duodeno, oltre a condizioni legate a un'eccessiva produzione di acidi nello stomaco, come la sindrome di Zollinger-Ellison (SZE). Nei pazienti positivi all'Helicobacter pylori può essere somministrato per prevenire il rischio di sviluppare un'ulcera. Il lansoprazolo agisce come inibitore della pompa protonica, punta cioè a bloccare la produzione degli acidi gastrici inibendo l'enzima idrogeno-potassio ATPasi (adenosintrifosfatasi), che è coinvolto nella loro sintesi. Il farmaco, disponibile come generico ed equivalente, si può acquistare senza prescrizione medica, ciò nonostante è sempre doveroso consultare il proprio medico o il farmacista prima di assumerlo. Benché si tratti di un principio attivo sicuro, infatti, come tutti i farmaci non è scevro da effetti collaterali. Può inoltre interagire con altri medicinali e richiede alcune precauzioni in determinate condizioni.

Gli effetti collaterali del lansoprazolo

Tra gli effetti indesiderati legati al lansoprazolo uno dei più comuni è la diarrea, che può arrivare a interessare fino a una persona su 10. Poiché c'è il rischio che si sviluppi in una forma severa con feci acquose, è necessario contattare subito il proprio medico. Tra gli altri effetti collaterali più comuni si segnalano mal di testa, costipazione, nausea, capogiri, vomito, flatulenza e prurito. Tra quelli più rari e che richiedono un consulto col proprio medico curante vi sono convulsioni; difficoltà a deglutire; difficoltà a respirare; raucedine; sensazione di avere la testa leggera; tremori; stanchezza eccessiva; febbre; perdita di capelli e appetito; sensibilità alla luce e spasmi muscolari. In taluni casi, e in particolar modo dopo i 50 anni di età, si determina una maggiore probabilità (ma contenuta) di fratture del polso, dell'anca e della colonna vertebrale se il farmaco viene assunto per un periodo prolungato. Tra gli altri effetti indesiderati noti vi sono pancreatite, riduzione dei globuli bianchi, anemia, impotenza e maggior rischio di candidiasi. Come per tutti i farmaci, infine, nei soggetti sensibili sono possibili reazioni allergiche al principio attivo, che spaziano da “semplici” rash cutanei fino al pericoloso e raro shock anafilattico.

Interazioni del lansoprazolo e avvertenze

Il lansoprazolo può interagire con diversi principi attivi e influenzarne il meccanismo d'azione. Il medico va avvisato qualunque sia la terapia farmacologica che si sta seguendo, ma ci sono alcuni medicinali che vengono particolarmente influenzati dall'inibitore della pompa protonica. Tra essi vi sono la teofillina per trattare l'asma; la fluvoxamina per la depressione e altre patologie psichiatriche; l'antibiotico rifampicina; l'antimicotico itraconazolo; il sucralfato per trattare le ulcere e altri ancora. Va evitato in caso di acclarata ipersensibilità al principio attivo e se si sta seguendo una terapia con il farmaco antiretrovirale atazanavir, che viene prescritto ai pazienti colpiti dal virus dell'HIV (responsabile dell'AIDS). Poiché il lansoprazolo può determinare capogiri e stanchezza, infine, bisogna essere estremamente sicuri prima di mettersi alla guida di qualsiasi mezzo.

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