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Covid 19

L’alcol non ti protegge dal coronavirus, ma aumenta il rischio di farti ammalare

Durante questo periodo di isolamento sociale a causa della pandemia di coronavirus si sta registrando un vero e proprio boom nella vendita di bevande alcoliche e superalcoliche, che hanno raggiunto un +180%. L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una infografica nella quale non solo viene sottolineato che l’alcol non protegge dal virus, come indicano alcune fake news che circolano sul web, ma aumenta il rischio di farci ammalare. Ecco perché.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ThorstenF
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A causa delle necessarie restrizioni introdotte per spezzare la catena dei contagi della COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, dal mese di marzo siamo tenuti a trascorrere molto più tempo a casa, vivendo in una condizione spesso stressante che altera profondamente i nostri stili di vita. Non tutti infatti riescono a mantenere un livello accettabile di attività fisica, mentre si rischia di abbondare con cibo, fumo e alcol. A preoccupare maggiormente gli esperti è proprio il boom nel consumo di bevande alcoliche. Come sottolineato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), il consumo di alcol (alcolici e superalcolici) sta registrando un'impennata, con un + 180 percento rispetto alla media, anche attraverso le consegne a domicilio.

L'ISS sottolinea che il crescente consumo di alcol, già noto per avere un impatto negativo sulla salute, è un passo “imprudente e inconsapevole dei rischi a cui si è maggiormente esposti”, soprattutto in un momento come questo. L'alcol, spiega l'ente del Servizio sanitario nazionale in una infografica, è infatti un “immunosoppressore” che favorisce le infezioni virali e polmonari. Il SARS-CoV-2 è un virus respiratorio che può determinare complicanze molto gravi a livello polmonare, come polmonite bilaterale interstiziale e sindrome da distress acuto respiratorio (ARDS). Abusando di bevande alcoliche, dunque, ci rendiamo più suscettibili alla patologia, qualora venissimo in contatto con la carica virale, a causa della capacità di pregiudicare il sistema immunitario e la risposta degli anticorpi.

A preoccupare l'ISS non è soltanto l'abuso di alcolici e superalcolici, ma anche le fake news che circolano insistentemente sulla rete, in particolar modo sulle app di messaggistica, dove viene promosso l'uso dell'alcol (anche nebulizzato) nel cavo orale al fine di igienizzarlo e disinfettarlo. A tale scopo, spiega l'ISS, l'alcol dovrebbe avere una gradazione di almeno 63°, “esponendo tuttavia la mucosa a un potenziale danno diretto”, tenendo presenti le ben note proprietà cancerogene della sostanza. “Bere alcol non ti protegge da COVID-19 e può essere pericoloso”, sottolinea anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità nella sua pagina dedicata ai “miti da sfatare” sulla COVID-19. “Il consumo frequente o eccessivo di alcol può aumentare il rischio di problemi di salute”, aggiunge l'OMS.

L'Istituto Superiore di Sanità pone l'accento anche sugli effetti “inebrianti” e “intossicanti” dell'alcol, che potrebbe spingere chi ne abusa a trasgredire le fondamentali norme del distanziamento sociale, considerato un baluardo nel contrasto alla diffusione del coronavirus. In caso di intossicazione si renderebbe inoltre necessaria l'assistenza sanitaria, che in un contesto come quello attuale esporrebbe a rischi del tutto evitabili sia il personale medico che i pazienti. L'ISS ricorda infine che gli effetti dell'alcol sono particolarmente negativi per l'organismo femminile, poiché “assorbe più rapidamente ed elimina più lentamente gli alcolici”, pertanto si raccomanda di mantenere al minimo il consumo di alcol. Una scelta virtuosa che può essere d'aiuto anche gli altri membri del nucleo famigliare.

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