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La vite dell’amore ‘Horror’ si nutre delle vespe parassite e le trasforma in mummie

Un team di biologi evoluzionisti dell’Università Rice ha scoperto una inedita relazione ecologica tra tre specie, dove una vite parassita aggredisce una vespa a sua volta parassita di un ospite comune, una pianta di quercia. La vite dell’amore ‘succhia’ tutti i fluidi vitali dalle galle dove si trovano le vespe in maturazione, lasciandole letteralmente mummificare.
A cura di Andrea Centini
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Una pianta di vite parassita si nutre delle vespe parassite di una quercia, strappando loro i fluidi vitali mentre sono ancora in sviluppo e le lascia essiccare come vere e proprie mummie. A scoprire questa straordinaria interazione trofica – cioè legata al nutrimento – tra le tre specie è stato un team di studiosi dell'Università Rice di Houston, dopo aver raccolto numerosi campioni di galle nelle foreste della California meridionale e del Texas. Le galle o cecidi sono escrescenze simili a tumori che funghi, insetti, batteri, acari e altri organismi fanno sorgere su foglie e rami delle piante aggredite. Si tratta di malformazioni dove i parassiti fanno crescere e maturare la propria prole, come la vespa Belonocnema treatae protagonista della vicenda.

Gli studiosi guidati dal biologo evoluzionista Scott Egan hanno scoperto che la vite dell'amore (Cassytha filiformis) si insinua con strutture chiamate haustorie (radici modificate) nelle galle create dalle vespe sotto le foglie delle querce, succhiandone tutti i nutrienti all'interno. In questo modo estraggono anche quelli che servono a far sviluppare le vespe, che nel processo restano letteralmente mummificate. È la prima volta che viene scoperta una interazione trofica di questo genere, che oltre ad avere un impatto sulle conoscenze ecologiche potrebbe addirittura fornire indizi per combattere il cancro. Le galle, del resto, sono dei veri e propri tumori, visto che si sviluppano dalle cellule della pianta parassitata; se gli scienziati riusciranno a capire come la vite dell'amore riesce a individuarle per aggredirle, potrebbero sorgere nuovi metodi per identificare i tumori anche nel nostro organismo. La scoperta apre le porte anche a nuove tecniche per monitorare i parassiti del settore agricolo.

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Egan e colleghi hanno scoperto che la vite dell'amore predilige le galle più grandi, probabilmente perché più ricche di nutrienti e dunque energetiche. Su 51 campioni di galle raccolti, tutti aggrediti dalla pianta parassita, ben 23 contenevano un adulto di vespa maturo e mummificato, mentre nlle 102 galle non attaccate soltanto due avevano all'interno una vespa morta. Poiché sono note 1.300 specie di vespe parassite che producono galle e ben 4mila di piante parassite, è possibile che l'interazione trofica appena scoperta sia solo la “punta dell'iceberg” di un fenomeno molto più diffuso in natura. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Current Biology.

[Credit: Mattheau Comerford/Rice University]

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