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La vitamina D non protegge il cervello dal Parkinson e dall’Alzheimer: dietrofront degli scienziati

Un team di ricerca australiano, dopo aver condotto una revisione sistematica su 70 studi, ha dimostrato che la preziosa vitamina D non protegge il cervello dalle patologie neurodegenerative, come Parkinson, Alzheimer e sclerosi multipla. Indagini passate avevano trovato un’associazione tra bassi livelli di vitamina D e declino cognitivo.
A cura di Andrea Centini
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La vitamina D non protegge il cervello da patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e le forme di demenza alla stregua del diffuso morbo di Alzheimer. Lo hanno dimostrato ricercatori del Centro per la Ricerca sulle Neuroscienze dell'Università di Adelaide e dell'Università del Sud Australia, ribaltando una convinzione maturata in seguito ai risultati di precedenti studi.

Gli scienziati, coordinati dalla dottoressa Krystal Iacopetta, sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto una approfondita revisione sistematica su 70 studi clinici e preclinici nei quali si è indagato sul rapporto tra la vitamina D, la cosiddetta “vitamina del sole”, e numerose patologie neurodegenerative. Poiché nelle persone colpite da queste malattie si trovano bassi livelli di vitamina D, come dimostrato da alcune ricerche dell'Università Rutgers e del Centro per l'Alzheimer dell'Università della California-Davis, si era ipotizzato che esporsi al sole (in sicurezza) o prendere integratori di vitamina D avrebbe potuto in qualche modo proteggere il cervello dal declino cognitivo o dalle patologie neurodegenerative. Ma le cose non stanno così. “I risultati della nostra revisione approfondita e un'analisi di tutta la letteratura scientifica indicano che questo non è il caso, e che non ci sono prove convincenti a sostegno della vitamina D come agente protettivo per il cervello”, ha dichiarato la dottoressa Iacopetta.

Gli scienziati australiani, forti della metodologia adottata per la loro indagine, indicano che i precedenti risultati erano di semplice natura associativa, e dunque non c'è alcun modo di stabilire un ruolo cristallino della vitamina D nella neuroprotezione. Perlomeno per le numerose e diffuse patologie messe sotto la lente di ingrandimento dagli studiosi. “Abbiamo infranto la convinzione comune che la vitamina D risultante dall'esposizione al sole sia un bene per il tuo cervello”, ha dichiarato il professor Mark Hutchinson, direttore del centro di eccellenza ARC per la nanoscala BioPhotonics (CNBP) e docente all'Università di Adelaide.

Nonostante sia stato rivalutato il ruolo della vitamina D nella neuroprotezione, secondo il professor Hutchinsons l'esposizione sicura ai raggi UV del sole potrebbe comunque avere un impatto benefico sulla protezione del cervello, per ragioni che devono essere ancora indagate. I risultati dello studio australiano, pubblicato sulla rivista scientifica Nutritional Neuroscience, non scalfiscono il ruolo protettivo della vitamina D – un gruppo di pro-ormoni liposolubili suddivisi in vitamina D1, D2, D3, D4 e D5 – in altri ambiti. Un recente studio internazionale pubblicato sul sul Journal of the National Cancer Institute, ad esempio, ha dimostrato che questo composto protegge dal tumore al colon-retto, il più diffuso in Italia.

[Credit: PublicDomainPictures]

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