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La Via Lattea è morta e poi rinata dando ‘alla luce’ la Terra e l’Uomo

Un ricercatore giapponese dell’Università di Tohoku ha teorizzato la ‘morte’ e la rinascita della Via Lattea, la cui seconda vita sarebbe iniziata 5 miliardi di anni fa. Secondo lo scienziato la nostra galassia avrebbe bruscamente interrotto la formazione stellare, per poi riprenderla due miliardi di anni più avanti con alcune caratteristiche diverse. Proprio per questo esisterebbero nella due tipi di stelle nella Via Lattea, quelle ricche di elementi alpha e quelle ricche di ferro.
A cura di Andrea Centini
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La Via Lattea, la nostra galassia, è morta sette miliardi di anni fa ed è rinata due miliardi di anni più tardi, abbracciando una seconda vita durante la quale sono originati anche il Sole, la Terra e l'uomo. A ipotizzarlo il professor Masafumi Noguchi, docente presso l'Istituto Astronomico dell'Università Tohoku di Sendai, Giappone, che ha proposto un affascinante modello in grado di spiegare il motivo per cui le stelle della nostra galassia possiedono una duplice composizione. Gli astri della Via Lattea, infatti, si dividono in due gruppi principali: da una parte ci sono quelli ricchi di elementi alpha, cioè con grandi concentrazioni di ossigeno, silicio e magnesio, dall'altro vi sono stelle particolarmente ricche di ferro come il nostro Sole.

I colleghi di Noguchi avevano già associato la comparsa di queste due tipologie di stelle a eventi separati e a epoche differenti; ora lo scienziato giapponese ha dato una risposta al perché di questa dicotomia, aggiungendo anche i dettagli temporali degli avvenimenti. Gli eventi che caratterizzano la nascita, la morte e la “risurrezione” della Via Lattea, in pratica, non sarebbero altro che fasi di formazione stellare, bruscamente interrotta sette miliardi di anni fa e ripresa due miliardi di anni più tardi. Ecco cosa sarebbe successo secondo Noguchi.

La “prima vita” della Via Lattea risale a 13 miliardi di anni fa, poco dopo il Big Bang che ha dato il via all'espansione dell'Universo. All'epoca un fenomeno chiamato “accrescimento da flusso freddo” – in base al quale le galassie iniziano a formarsi accumulando gas – diede l'avvio alla prima formazione di stelle. Questi astri erano composti principalmente da elementi alpha a causa di esplosioni di supernovae di tipo II (dal breve ciclo vitale) che li rilasciavano nello spazio. A un certo punto, sette miliardi di anni fa, a causa di onde d'urto cosmiche e al riscaldamento del gas, la formazione stellare si interruppe bruscamente e la Via Lattea morì. Durante questo periodo dormiente, che durò ben due miliardi di anni, avvennero esplosioni di supernovae di tipo Ia. Queste supernovae, caratterizzate da un ciclo vitale più lungo rispetto alle prime, rilasciarono nello spazio ingenti quantità di ferro. È proprio per questo che al termine del periodo di stallo, quando il gas si è raffreddato a sufficienza e la Via Lattea è ‘risorta', cioè è tornata produrre le stelle, le nuove nate hanno avuto in dote una vera e propria iniezione di ferro.

L'affascinante modello proposto da Noguchi è applicabile non solo alla Via Lattea, ma anche ad altre galassie, come ad esempio Andromeda (M31), caratterizzata anch'essa da stelle con una duplice composizione. I dettagli sulla prima vita, morte e rinascita della nostra galassia sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

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