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La velocità di rotazione della Terra sta cambiando e rischia di far “impazzire” i computer

La velocità di rotazione della Terra non è costante, ma variabile a causa di molteplici fattori, come gli spostamenti del nucleo liquido e delle masse oceaniche. Lo scorso anno il pianeta ha subito una brusca accelerazione e quest’anno sta rallentando, ma è ancora più veloce del ritmo tipico. Se dovesse permanere questa situazione, per la prima volta potrebbe essere introdotto un secondo intercalare negativo per sincronizzare gli orari. Ecco perché rischia di far “impazzire” i computer.
A cura di Andrea Centini
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La Terra, oltre a ruotare attorno al Sole, ruota anche su se stessa, “vorticando” sul proprio asse leggermente inclinato. Il primo dei due movimenti, chiamato moto di rivoluzione, è legato alla durata dell'anno; in parole semplici, la Terra impiega 365 giorni per compiere un giro completo attorno alla stella. Il secondo movimento è invece associato alla durata del giorno solare, che è pari a 24 ore o 86.400 secondi. Il tempo impiegato dal nostro pianeta per compiere un'intera rotazione su proprio asse – e dunque completare un giorno solare – non è costante, ma può variare di millisecondi (un millisecondo è pari a 0,001 secondi). La durata di un giorno può aumentare e diminuire rispetto al tempo medio per effetto di molteplici fattori, che coinvolgono ad esempio gli spostamenti del nucleo liquido del pianeta, quelli delle masse oceaniche, dell'atmosfera e altro ancora. Attualmente la velocità di rotazione della Terra sta rallentando, ma è sempre più veloce rispetto alla sua media quando l'anno scorso ha iniziato ad accelerare. Questo dettaglio in futuro potrebbe costringerci ad aggiornare (nuovamente) gli orari, con effetti imprevedibili sui sistemi informatici.

Come spiegato dal portale specializzato Time&Date, queste infinitesime variazioni temporali vengono costantemente monitorate dagli scienziati attraverso i precisissimi orologi atomici da circa 60 anni. Ad esempio, gli esperti hanno determinato che nel 2019 i giorni sono durati in media 0,39 millisecondi in più rispetto agli 86.400 secondi del giorno solare medio. Ciò significa che la Terra ha rallentato, impiegando più tempo per ruotare su se stessa (un movimento che compie all'incredibile velocità di 1670 chilometri orari, ma di cui non ci accorgiamo perché anche noi ruotiamo con essa). Nel cuore del 2020, tuttavia, la Terra ha “messo il turbo” e in estate ha fatto segnare il record di 28 giorni più brevi mai registrati in assoluto. Il giorno più corto di tutti, spiega Time&Date, è stato il 19 luglio, quando è durato 1,46 millisecondi in meno rispetto alla durata tipo.

La Terra ha continuato la sua “folle corsa” per un anno circa, poi ha iniziato a tirare il freno a partire da giugno 2021, con i giorni che hanno iniziato ad allungarsi. Quest'anno la durata di un giorno medio è 0,05 millisecondi superiore rispetto al 2020. Nonostante questa evidente frenata, i giorni continuano a durare meno rispetti agli 86.400 secondi previsti, facendo accumulare un ritardo. Se questo ritmo dovesse continuare, gli esperti saranno costretti a introdurre un secondo intercalare negativo al Tempo Universale Coordinato (UTC) per “pareggiare” i conti con il Tempo Astronomico (UT1), che è irregolare proprio perché basato sulle "bizze" della rotazione terrestre. Quando si accumulano 0,5 secondi di differenza tra l'UTC e l'UT1 è necessario intervenire sincronizzando i due tempi, aggiungendo o togliendo i secondi intercalari.

L'aspetto interessante della nuova situazione è che fino ad oggi i secondi intercalari sono stati solo aggiunti (secondi intercalari positivi), perché la Terra ha rallentato. Questa aggiunta si è verificata ben 27 volte dal 1972, cioè da quando è stata introdotta questa convenzione. L'attuale velocità della Terra, invece, potrebbe tradursi nella necessità di introdurre il primo secondo intercalare negativo (ovvero toglierne uno) della storia, tra circa una decina di anni. Gli esperti sono preoccupati di questa variazione poiché non è mai stata fatta e non si sa come potrebbero comportarsi i sistemi informatici; il cambio di orario forzato potrebbe innescare effetti simili a quelli temuti per il millennium bug, che terrorizzò gli informatici al passaggio tra il 1999 e il 2000. “Fino a poco tempo fa si pensava che un secondo intercalare negativo non sarebbe mai accaduto”, ha dichiarato a Time&Date il dottor Dennis McCarthy, ex Direttore del Tempo presso l'Osservatorio navale degli Stati Uniti (USNO). Ovviamente la vita di tutti noi non cambierà per questo secondo perso, tuttavia secondo l'esperto gli informatici che gestiscono infrastrutture di una certa rilevanza dovrebbero iniziare sin da adesso a lavorare sulle potenziali conseguenze.

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