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Covid 19

La variante Omicron spaventa il mondo, ma la Delta continua a diffondersi a ritmi record

Nonostante l’attenzione mediatica sia tutta per la nuova variante Omicron, la Delta sta provocando circa 600mila contagi al giorno in tutto il mondo.
A cura di Andrea Centini
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La variante Omicron sta catalizzando l'interesse dei media internazionali a causa dell'enorme numero di mutazioni (ben 32 sulla proteina S o Spike) e della potenziale, eccezionale trasmissibilità, che potrebbe essere del 500 percento superiore rispetto a quella del ceppo originale del coronavirus SARS-CoV-2. Non c'è da stupirsi che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di classificarla come variante di preoccupazione (VOC) poco dopo la divulgazione delle informazioni del Sudafrica, il Paese al momento più coinvolto. Nonostante l'attenzione mediatica sia tutta per la Omicron, in realtà è la variante Delta a guidare la quarta ondata di contagi in larghissima parte del pianeta, “motore” di un numero incredibilmente elevato di infezioni, ricoveri in ospedale e decessi.

A sottolineare che in questo momento il nemico numero uno da affrontare è la variante Delta è il professor Eric Topol, docente di medicina molecolare, cardiologo, fondatore e direttore dell'autorevole Scripps Research Translational Institute di La Jolla, negli Stati Uniti. Sin dall'inizio della pandemia di COVID-19 lo scienziato ha utilizzato il social network Twitter per snocciolare e spiegare i dati epidemiologici più significativi; in quest'ultimo caso si è soffermato sulla devastante cavalcata della variante Delta (B.1.617.2, ex seconda indiana), mentre tutti sono concentrati a raccontare i potenziali pericoli della variante Omicron, tutti da dimostrare anche secondo l'Istituto Superiore di Sanità.

“Mentre l'attenzione si è rivolta a Omicron, il suo impatto funzionale è ancora sconosciuto, il problema principale è che Delta è dilagante in molti paesi in Europa e negli Stati Uniti, con circa 600.000 nuovi casi confermati al giorno a livello globale”, ha chiosato il professor Topol. In base alla “mappa dei contagi” interattiva dell'Università Johns Hopkins, solo lunedì 29 novembre sono stati diagnosticati oltre 677mila casi, con una media settimanale che sfiora i 568mila. Siamo fortunatamente distanti dal picco di 908mila casi registrato il 28 aprile (con una media settimanale di 826mila casi), tuttavia la pandemia è in rapido peggioramento in diversi Paesi – Italia compresa – e la variante Delta è quella principalmente responsabile. È diventata dominante a partire da maggio di quest'anno (coinvolgendo prima il Regno Unito) dopo aver soppiantato la variante Alfa (ex inglese, B.1.1.7), che a sua volta aveva catalizzato la terza ondata tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021.

La variante Delta è considerata il 70 percento più contagiosa rispetto al ceppo originale e selvatico del coronavirus SARS-CoV-2 emerso a Wuhan alla fine del 2019, quello che ha compiuto lo spillover (salto di specie da un animale – non ancora identificato – all'uomo), mentre la variante Alfa ha una contagiosità stimata del 30 percento superiore. La nuova variante Omicron, in base a un calcolo condotto dal bioinformatico J.P. Weyland sui dati provenienti dalla provincia di Gauteng in Sudafrica, come indicato avrebbe una trasmissibilità del 500 percento superiore, un dato che è ancora da dimostrare.

Come specificato da Topol, nonostante la Omicron sia sotto i riflettori di tutti, gli Stati Uniti al momento rappresentano la più grande fonte mondiale di nuovi casi di Delta, con oltre 90mila nuovi contagiati al giorno, mentre diversi Paesi europei stanno facendo toccare i tassi di infezione più elevati dall'inizio della pandemia, proprio a causa della variante scoperta in India nel dicembre del 2020. Alcuni esperti sottolineano che il gran numero di mutazioni della variante Omicron potrebbe essere controproducente per il virus, dunque sarà necessario studiarla a fondo per avere certezza della sua pericolosità. Al momento il “nemico pubblico” numero uno resta la variante Delta, ma per contrastare la diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 – e di ciascuna delle sue varianti – è fondamentale seguire le raccomandazioni delle principali autorità sanitarie: vaccinarsi, rispettare il distanziamento sociale, indossare le mascherine laddove richiesto e curare l'igiene delle mani.

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