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Covid 19

La variante Delta ha causato un drastico aumento di bambini e adolescenti ricoverati per Covid

Mettendo a confronto i dati epidemiologici raccolti dalla rete di sorveglianza COVID-NET prima e dopo la diffusione della variante Delta, un team di ricerca americano guidato da scienziati dei CDC ha determinato che da quando il ceppo scoperto in India è divenuto dominante negli USA c’è stato un significativo aumento dei ricoveri di bambini e adolescenti contagiati. I giovani non vaccinati hanno un rischio 10 volte superiore di ospedalizzazione.
A cura di Andrea Centini
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La variante Delta (B.1.617.2, ex seconda indiana) del coronavirus SARS-CoV-2 che attualmente sta guidandola diffusione dei contagi in larga parte del mondo è nota per avere caratteristiche più preoccupanti della variante Alfa (B.1.1.7, ex inglese), "sorpassata" nei mesi scorsi. Diverse indagini epidemiologiche hanno infatti determinato che è molto più trasmissibile, è più “brava” a eludere gli anticorpi neutralizzanti – sia dei vaccini che quelli indotti da una precedente infezione naturale – ed è più aggressiva. Secondo un recente studio della Public Health England (PHE) il rischio di finire in ospedale per i contagiati dalla Delta è doppio rispetto agli infettati dall'Alfa. Com'è noto sin dall'inizio della pandemia di COVID-19, il patogeno emerso in Cina comporta meno rischi per i bambini, ciò nonostante non mancano ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e purtroppo anche i decessi. Ora un nuovo studio conferma che da quando la variante Delta è diventata dominante negli Stati Uniti (all'inizio dell'estate) c'è stato un incremento significativo dei ricoveri in ospedale e delle visite al pronto soccorso per i piccoli contagiati, tuttavia fortunatamente non è stato registrato un analogo aumento dei casi gravi in terapia intensiva e delle vittime. Il rischio è risultato essere di dieci volte superiore per bambini e adolescenti non vaccinati.

A determinare che la circolazione della variante Delta negli Stati Uniti ha portato a un aumento sensibile dei ricoveri è stato un team di ricerca guidato da scienziati del COVID-19 Response Team dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del General Dynamics Information Technology di Atlanta, dell'Università della California, del New Mexico Emerging Infections Program, del Vanderbilt University Medical Center e di molteplici altri istituti. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Miranda J. Delahoy, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati raccolti dalla rete di sorveglianza epidemiologica per la pandemia COVID-NET, concentrandosi sui casi che hanno coinvolto bambini e adolescenti statunitensi con un'età compresa tra 0 e i 17 anni. Tra il primo marzo del 2020 (circa l'inizio della pandemia) e il 14 agosto del 2021, i ricercatori dei CDC hanno osservato un'incidenza dei ricoveri pari a 49,7 ogni 100mila bambini e adolescenti. Nella settimana conclusasi il 14 agosto, il tasso di ospedalizzazione settimanale per COVID-19 è stato in media di circa cinque volte superiore rispetto a quello riscontrato nella settimana terminata il 26 giugno (tra i bambini con un'età compresa tra 0 e 4 anni tale incremento è stato di ben 10 volte). Poiché la variante Delta è diventata responsabile della quasi totalità dei casi di infezione nel corso dell'estate, gli studiosi ritengono che questo significativo aumento nei ricoveri tra i bambini – rimasto comunque al di sotto rispetto al picco di gennaio – possa essere legato proprio alla variante di preoccupazione scoperta per la prima volta in India.

Gli studiosi sottolineano che questi dati epidemiologici non confermano affatto che la variante Delta sia responsabile di una malattia più grave nei bambini e negli adolescenti, anche perché i casi severi in terapia intensiva e i decessi sono rimasti stabili e in linea con gli altri periodi della pandemia. Non a caso, la percentuale di bambini e adolescenti con età pari o inferiore ai 17 anni ricoverati nelle unità di terapia intensiva nel 2020 spaziava dal 10 al 25 percento tra giugno e agosto, mentre a luglio 2021 si è attestato attorno al 20 percento, in base ai dati dei CDC. Nell'intervallo di tempo compreso tra la fine di giugno e la fine di luglio 2021, è stato ricoverato in terapia intensiva il 23,2 percento dei bambini/adolescenti ospedalizzati e poco meno del 10 percento ha richiesto la ventilazione meccanica, mentre ha perso la vita l'1,8 percento. Sono dati in linea con quelli osservati prima della diffusione della variante Delta negli Stati Uniti, come indicato dal New York Times.

A catalizzare il rischio di visite al pronto soccorso o ricovero in giovani e giovanissimi potrebbe esserci la maggiore trasmissibilità della variante Delta, ma i ricercatori non escludono anche la correlazione all'uso delle mascherine e al distanziamento sociale, che sono cambiati negli ultimi mesi grazie alla virtuosa campagna vaccinale. “Abbiamo visto che le visite al pronto soccorso, i casi e i ricoveri ospedalieri sono in aumento”, ha affermato al New York Times il medico militare David Siegel, a capo del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti e autore principale del documento. “Potrebbe essere che Delta sia più grave o che la Delta sia più trasmissibile, oppure potrebbe essere correlato ad altri fattori come l'uso delle mascherine”, ha aggiunto l'esperto. Un dato particolarmente significativo relativo al periodo 20-31 luglio 2021 è che, per i bambini/adolescenti con un'età compresa tra i 12 e i 17 anni e non vaccinati, i tassi di ospedalizzazione sono risultati essere 10,1 volte superiori rispetto ai vaccinati. Si tratta dell'ennesima conferma della grande efficacia del vaccino anti Covid, fondamentale non solo per proteggere noi stessi dall'infezione, ma anche coloro che ad oggi non possono ancora accedere alla somministrazione o che non rispondono all'immunizzazione, come soggetti fragili, immunodepressi e bambini al di sotto dei 12 anni. Entro l'autunno, comunque, si ritiene verrà approvato il vaccino anche per i più piccoli con un'età inferiore ai 12 anni. I dettagli della ricerca “Hospitalizations Associated with COVID-19 Among Children and Adolescents — COVID-NET, 14 States, March 1, 2020–August 14, 2021” sono stati pubblicati sull'ultimo bollettino “Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR)” dei CDC.

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