La terza dose di vaccino Pfizer è efficace all’86% negli over 60
La terza dose del vaccino anti-Covid di Pfizer è efficace all’86% nelle persone di età superiore ai 60 anni. Lo indicano i primi dati di uno studio condotto in Israele e pubblicati dal Maccabi Health Service, una delle quattro organizzazioni per il mantenimento della salute (HMO) attualmente operative nel Paese. L’analisi ha valutato la protezione conferita dalla vaccinazione in 149.144 persone di età superiore ai 60 anni che hanno ricevuto la terza dose da almeno una settimana, confrontando i risultati con quelli di altre 675.630 persone che hanno completato il ciclo vaccinale a due dosi tra gennaio e febbraio. I due gruppi di confronto, ha indicato l’HMO israeliana in una nota, avevano profili demografici simili.
Su 149.144 persone che hanno ricevuto la terza dose, in 37 sono risultate positive al coronavirus rispetto a 1.064 casi che si sono verificati nel gruppo vaccinato con due dosi. L’HMO Maccabi non ha fornito informazioni circa la gravità dei 37 positivi nel gruppo vaccinato con tre dosi, né ha indicato se queste persone avessero condizioni di salute preesistenti. “L'efficacia del vaccino a tre dosi è altamente protettiva sia contro le infezioni sia contro le malattie gravi – ha affermato dott.ssa Anat Ekka Zohar che ha guidato lo studio – . Il vaccino ha nuovamente dimostrato la sua efficacia e ha anche dimostrato protezione contro la variante Delta. Esorto tutti coloro di età pari o superiore a 50 anni che devono ancora ricevere la terza dose di vaccino a farlo, per la loro autoprotezione e per la protezione delle loro famiglie”.
La terza dose, definita dai ricercatori come “la soluzione per arginare l’attuale epidemia” è stata finora somministrata a oltre 1,1 milioni di israeliani, tra persone con più di 50 anni, operatori sanitari e categorie a rischio, per far fronte all’ondata di infezioni causata dalla variante Delta.
I primi dati di efficacia delle tre dosi arrivano a distanza di una settimana dai risultati preliminari di un’altra ricerca condotta in Israele che ha indicato come la maggior parte delle persone che ha ricevuto la terza somministrazione abbia riportato effetti collaterali “simili o minori” rispetto alla seconda dose.
Pfizer ha indicato che la terza dose “aumenta fortemente” la protezione contro la variante Delta oltre quella già offerta dalle prime due dosi, aumentando il livello di anticorpi diretti non solo contro questa versione virale ma anche contro la variante Beta, inizialmente identificata in Sudafrica. In particolare, tra le persone di età compresa tra 65 e 85 anni, i dati rilasciati dalla compagnia farmaceutica hanno mostrato che i livelli di anticorpi contro la variante Delta dopo la terza dose di vaccino “sono maggiori di 11 volte rispetto a quelli indotti dalla seconda dose”.
La somministrazione di una terza dose, che in attesa della formulazione aggiornata per le nuove varianti virali è la stessa utilizzata nel primo ciclo vaccinale, è quindi associata a una risposta immunitaria più robusta, andando ad assicurare una maggiore protezione dalla malattia e, in certa misura, dall’infezione. Pfizer ha anche evidenziato che i titoli anticorpali indotti dal ciclo vaccinale a due dosi diminuiscono nel tempo, con un’efficacia media nel prevenire l’infezione che cala di circa il 6% ogni due mesi.
Le autorità sanitarie israeliane hanno in programma di riunirsi per discutere se ampliare la somministrazione della terza dose agli over 40, ed anche gli Stati Uniti hanno annunciato la necessità di una terza dose per contrastare l’indebolimento della protezione e la variante Delta. Le autorità sanitarie federali ritengono necessario il richiamo dopo otto mesi dalla seconda dose, con l’avvio delle vaccinazioni con terza dose a partire dal 20 settembre.