La talpa nuda non smette di sorprenderci: scoperto il suo nuovo ‘super potere’
Zoologi dell'Università dell'Illinois di Chicago hanno scoperto la ragione per cui la talpa senza pelo o eterocefalo glabro (Heterocephalus glaber), uno degli animali più straordinari del nostro pianeta, riesce a sopravvivere con bassissime concentrazioni di ossigeno e resistere fino a 18 minuti in totale assenza del prezioso elemento. In parole semplici, quando l'ossigeno inizia a scarseggiare il metabolismo di questo roditore si comporta come quello delle piante, sfruttando il fruttosio – che può essere bruciato in condizioni anaerobiche – al posto del glucosio. Ciò permette la sopravvivenza delle cellule cerebrali in ambienti e condizioni che ucciderebbero un uomo in pochi minuti o che, nel migliore dei casi, produrrebbero gravissimi danni neurologici.
Si tratta dunque di un vero e proprio ‘super potere' veicolato dalla selezione naturale, considerando che altri roditori come i topi, in assenza di ossigeno, muoiono dopo appena una ventina di secondi. Ma perché la talpa senza pelo ha bisogno di una tale resistenza? La risposta è nell'habitat africano in cui questo animale vive, ovvero cunicoli scavati fino a cento metri di profondità dove la ventilazione è scarsissima. Inoltre, poiché si tratta – incredibilmente – di un mammifero a sangue freddo, gli esemplari si ammassano gli uni sugli altri per tenersi al caldo nel cuore delle lunghissime tane, riducendo ulteriormente l'apporto di ossigeno.
A causa delle sue particolarità, l'eterocefalo glabro, caratterizzato da un aspetto evidentemente plasmato dalla vita fossoria, presenta anche altri ‘super poteri', come ad esempio l'incredibile resistenza al dolore e il fatto che la specie sia praticamente immune al cancro. Gli studiosi americani coordinati dal professor Thomas Park hanno scoperto il segreto metabolico della specie attraverso una serie di esperimenti, determinando che essa riesce a metabolizzare il fruttosio anche nel cuore e nel cervello, a differenza degli altri mammiferi che si limitano all'intestino. I dettagli di questa affascinante ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.
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