La nuova, assurda teoria della pandemia di Covid nata dal morso di una scimmia a Wuhan
A poco meno di 2 anni dalla scoppio della pandemia di COVID-19 vi sono ancora diversi misteri sul patogeno che l'ha provocata, il coronavirus SARS-CoV-2. Uno degli enigmi più significativi e dibattuti è sicuramente quello sulla sua origine, al centro di un vero e proprio braccio di ferro tra l'amministrazione cinese e quella americana. Sin da quando il virus ha iniziato a diffondersi a Wuhan, nella provincia dello Hubei, in molti hanno infatti puntato il dito contro l'Istituto di Virologia della metropoli, sede di un laboratorio di massima biosicurezza di livello 4 (BLS-4) dove si conducono esperimenti sui coronavirus e sui pipistrelli, principale fonte naturale di questi patogeni. Secondo i complottisti – ma anche alcuni scienziati e diversi esponenti politici -, i ricercatori cinesi avrebbero creato/manipolato geneticamente il SARS-CoV-2 in laboratorio e successivamente ne avrebbero perso il controllo, determinando la diffusione all'esterno e l'innesco della drammatica pandemia che stiamo ancora vivendo.
Secondo i sostenitori della teoria dell'origine artificiale la “fuga” dal laboratorio sarebbe stata provocata da un incidente, tuttavia per alcuni si sarebbe addirittura trattato di un terrificante atto deliberato, per diffondere terrore, morte e destabilizzazione nel mondo intero. Sebbene l'origine naturale attraverso il classico spillover – il salto di specie da un animale all'uomo – resti quella considerata più attendibile dalla comunità scientifica internazionale, suffragata anche dai risultati di studi genomici, la fuga accidentale continua a suscitare un certo fascino e seguito, come dimostra la recentissima uscita del libro “What really happened in Wuhan” (Cos'è realmente accaduto a Wuhan) scritto dalla giornalista investigativa australiana Sharri Markson. Il libro è stato presentato in anteprima esclusiva dal giornale britannico The Sun, che ne ha rivelato alcuni dei contenuti più "scottanti", legati a diverse testimonianze. Uno dei più significativi riguarda proprio l'origine della pandemia; in base a quanto affermato da David Asher, ex funzionario americano sotto l'amministrazione Trump, l'incidente alla base della diffusione del virus sarebbe legato al morso di una scimmia (infettata deliberatamente col SARS-CoV-2) a un tecnico del laboratorio cinese. Asher ha affermato di aver ricevuto questa notizia da un informatore e di averla presa sul serio, anche per via di conferme da altre fonti, tuttavia ha dichiarato che all'epoca non ha potuto avviare verifiche indipendenti. Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche sul fatto che il SARS-CoV-2 (un virus respiratorio) possa essere trasmesso dal morso di un animale infetto, sebbene la dinamica non possa essere esclusa a priori.
La Markson afferma che per anni la scienziata cinese Shi Zhengli – conosciuta con i soprannomi di “donna dei pipistrelli” e “batwoman” – ha manipolato geneticamente i coronavirus dei mammiferi alati, inserendo/combinando geni e proteine spike per renderli “più infettivi negli esseri umani”. La spinta per queste controverse ricerche sarebbe arrivata dall'esercito cinese, stando alle fonti della giornalista australiana. I cinesi avrebbero contato sulla notevole capacità nel riuscire a nascondere le tracce della manipolazione e dell'intervento umano sul genoma del SARS-CoV-2, sebbene secondo gli scienziati citati dall'autrice del libro esso sia risultato completamente “pre-adattato”, “squisitamente abbinato” e “potenziato” per aggredire le cellule umane, sin dall'inizio della pandemia. In particolare la Markson fa riferimento al dottor Steven Quay, tra i principali promotori dell'origine artificiale della pandemia, che oltre a ricordare che il laboratorio di Wuhan ha una storia nel rendere i virus “più virulenti, più trasmissibili e più letali”, ha aggiunto che il SARS-CoV-2 sarebbe “il primo virus dalla natura che ha una forte capacità di trasmissione da uomo a uomo fin dall'inizio”. La manipolazione, secondo gli esperti contattati dalla Markson, sarebbe avvenuta in particolar modo a livello del “Sito di Scissione della Furina”, una componente presente in pochi virus e che non si trova né in quello della SARS né in altri coronavirus dei pipistrelli geneticamente vicini al SARS-CoV-2.
“Questo virus incredibilmente devastante è come nessun altro, nonostante condivida le proprietà con i suoi cugini SARS. Nelle caratteristiche e nel comportamento dà l'impressione che sia stato creato appositamente per infettare gli esseri umani”, sottolinea la Markson. “Si comporta come se fosse stato fatto su misura per la carneficina umana, è quasi inarrestabile nella sua capacità di devastare il sistema respiratorio umano”, ha chiosato la scrittrice, sottolineando che “ milioni di morti in tutto il mondo lo attestano”. Ad oggi, la pandemia ha causato 4,7 milioni di morti nel mondo, 130mila dei quali soltanto in Italia.
Nonostante le dichiarazioni riportate nel nuovo libro, come indicato la comunità scientifica internazionale propende maggiormente per l'origine naturale del virus, probabilmente legata ai famigerati "mercati umidi" in cui si vende fauna selvatica. L'ultima ricerca cronologica in tal senso vede addirittura l'esistenza di un doppio spillover, legato alle differenze genomiche rilevale in due ceppi circolanti a Wuhan all'inizio della pandemia (tipo A e tipo B). In pratica, il SARS-CoV-2 potrebbe aver compiuto due salti in due momenti diversi. Ciò smonterebbe ulteriormente la teoria dell'origine artificiale, che comunque è stata già ampiamente confutata da molteplici studi genomici. Ad oggi, comunque, non ci sono ancora conferme assolute e si attendono indagini più approfondite da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – se la Cina lo permetterà – per provare a svelare tutti i segreti del patogeno pandemico.