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La NASA ha dimostrato come potrebbe essere originata la vita sul fondo degli oceani

Ricreando le condizioni delle bocche idrotermali sul fondo degli oceani primordiali, gli scienziati della NASA hanno dimostrato come potrebbero essere originate le prime forme di vita. L’esperimento, infatti, ha dato vita a un amminoacido e a un altro composto, i “mattoni della vita” alla base delle proteine.
A cura di Andrea Centini
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Ricreate in un bicchiere da laboratorio le condizioni delle bocche idrotermali primordiali, dalle quali sarebbe scaturita la scintilla della vita circa 4 miliardi di anni fa. Sottoponendo i modelli a un semplice esperimento, gli scienziati hanno osservato la formazione dell'amminoacido alanina e del lattato alfa-idrossiacido; il primo è uno dei “mattoni della vita” alla base delle proteine, il secondo è un sottoprodotto delle reazioni degli amminoacidi, che secondo alcuni esperti potrebbe combinarsi e formare molecole organiche complesse in grado di far sbocciare la vita. In parole semplici, è stato dimostrato che la vita avrebbe potuto davvero originare attorno ai camini idrotermali sul fondo degli oceani primordiali. Poiché simili fenomeni potrebbero essere presenti anche su mondi lontani, come ad esempio su Europa (luna di Giove) e su Encelado(luna di Saturno), non si esclude che la vita possa essere presente anche lì.

Credit: NASA
Credit: NASA

Astrobiologia. L'esperimento è stato guidato da un team di ricerca del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, che ha collaborato con scienziati dei dipartimenti di Chimica dell'Oak Crest Institute of Science e del California Institute of Technology di Pasadena. Gli studiosi, coordinati dall'astrobiologa Laura M. Barge, per mettere a punto i modelli hanno analizzato a fondo le condizioni delle bocche idrotermali attuali, attorno alle quali vive una complessa rete di organismi, ma si sono basati soprattutto sulle analisi dei fossili, per ricreare condizioni quanto più simili possibili a quelle primordiali. È importante tenere presente che questi flussi di acqua calda mista ad altri elementi si trovano a chilometri di profondità, dove non sono raggiunti dai raggi solari. Quando la vita originò sulla Terra, miliardi di anni fa, erano dunque protetti dai letali raggi ultravioletti del Sole, che all'epoca non venivano schermati come accade oggi.

L'esperimento. Credit: NASA
L'esperimento. Credit: NASA

Il mare in un bicchiere. All'interno di piccoli bicchieri da laboratorio (becher), Barge e colleghi hanno aggiunto acqua rimuovendo l'ossigeno, dato che miliardi di anni fa l'elemento si trovava in concentrazioni molto inferiori rispetto a quelle attuali. Successivamente ne hanno modificato il pH per regolare l'alcalinità e hanno aggiunto idrossido di ferro, un composto molto abbondante durante la formazione del nostro pianeta. Per mimare gli effetti dei flussi idrotermali legati all'attività vulcanica, infine, hanno portato la soluzione a 70° centigradi di temperatura. Aggiungendo piccole quantità di ossigeno è stata documentata la formazione dell'alanina e del lattato alfa-idrossiacido, dimostrando che quelle condizioni potevano essere idonee alla nascita della vita. “Abbiamo dimostrato che in condizioni geologiche simili a quelle della Terra antica e forse di altri pianeti, possiamo formare amminoacidi e alfa-idrossiacidi da una semplice reazione nelle condizioni che sarebbero esistite sul fondo marino”, ha dichiarato la Barge. “Non abbiamo ancora prove concrete della vita altrove, ma capire le condizioni che sono necessarie per l'origine della vita può aiutarci a restringere i luoghi in cui pensiamo che la vita possa esistere”, ha aggiunto la studiosa. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati pubblicati su PNAS.

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