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La NASA annuncia i suoi piani: uomo su Marte nel 2030

E la capsula Orion è già pronta per il suo volo di collaudo che avverrà giovedì 4 dicembre.
A cura di Nadia Vitali
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Immagine NASA
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Il 4 dicembre la NASA metterà un tassello fondamentale nella sua corsa allo spazio che, ormai, punta sempre di più all'obiettivo Marte: mancano poche ore, infatti, al volo di collaudo di Orion, il veicolo spaziale destinato ad aprire una nuova era nell'esplorazione umana dopo la conclusione dell'epoca degli Shuttle.

Al di là della Luna

L'exploration Flight Test – 1 durerà quattro ore e mezza e porterà la capsula a compiere due orbite complete intorno alla Terra, facendola giungere fino ad un'altezza di 5.800 chilometri: per avere un'idea, pensate che la Stazione Spaziale Internazionale viaggia a circa 431 chilometri sopra le nostre teste. Se tutto dovesse andare come previsto, Orion sarà in grado di portare equipaggi umani in luoghi ben più lontani di quelli raggiunti dai tempi delle missioni Apollo.L'orizzonte del XXI secolo, infatti, non è più il pallido e desolato Satellite che fece sognare l'umanità intera nel 1969: oggi l'agenzia spaziale americana guarda comprensibilmente oltre, in direzione del Pianeta Rosso.

Marte nel 2030 ma prima l'asteroide

E proprio in occasione dell'evento di domani, la NASA ha annunciato quali sono i suoi programmi a medio e lungo termine: inviare l'uomo su un asteroide entro il 2025 e su Marte nel decennio 2030: quest'ultimo costituisce una destinazione ricchissima per la ricerca scientifica e per l'esplorazione sia robotica sia diretta. La formazione e l'evoluzione del Pianeta Rosso, infatti, è comparabile per molti aspetti a quella terrestre e conoscerne i dettagli potrebbe aiutarci a comprendere meglio la storia passata della Terra e il suo eventuale futuro. Marte, come sappiamo, presenta del resto delle condizioni che avrebbero potuto consentire la vita in passato: quindi le missioni dirette sulla sua superficie hanno anche il fine di svelare il fondamentale mistero del cosmo, ossia quello riguardante l'esistenza di altre forme di vita al di là del nostro Pianeta.

Il passo più immediato, comunque, sarà quello di inviare una missione robotica per catturare un asteroide e indirizzarlo nell'orbita lunare: lì, astronauti a bordo di Orion, esploreranno l'oggetto celeste nel 2020, portandone campioni sulla Terra. Questa esperienza sarà fondamentale per predisporre le cose per il gradino successivo, consentendo di testare nuovi sistemi e funzioni del veicolo spaziale, come la propulsione solare elettrica che sarà necessaria per il trasporto merci nell'ambito delle missioni su Marte.

Rappresentazione artistica di un astronauta impegnato nel raccogliere campioni dall'asteroide "intrappolato" (fonte NASA)
Rappresentazione artistica di un astronauta impegnato nel raccogliere campioni dall'asteroide "intrappolato" (fonte NASA)

Ormai, tra orbita e superficie, su Marte c'è una flotta di strumenti a lavoro da tempo, che ha consentito di aumentare in maniera insperata la nostra conoscenza del Pianeta: ma mentre questo resta ancora dominio di esploratori robotici che ne studiano le caratteristiche ormai da quarant'anni, la strada per l'esplorazione umana passa invece per la Stazione Spaziale Internazionale dove gli astronauti nel laboratorio orbitante verificano il funzionamento di tecnologie e sistemi di comunicazione che potrebbero servire in futuro per le missioni nello spazio più profondo. Ma gli esperti della ISS, inclusa l'ultima arrivata Samantha Cristoforetti, aiutano anche nella fondamentale comprensione del modo in cui l'organismo cambia nello spazio e delle misure da adottare per proteggere la salute degli astronauti.

Il battesimo del volo per Orion

Ma torniamo al presente: domani, alle ore 07:05 per gli Stati Uniti (in Italia saranno le 13:05), finirà il conto alla rovescia e, se tutto va bene (la prudenza è sempre d'obbligo), Orion inizierà il suo volo ci collaudo. A bordo di un Delta IV Heavy Rocket, sarà "sparato" in aria dallo Space Launch Complex 37 di Cape Canaveral: dopo il suo "viaggetto" rientrerà in atmosfera ad una velocità di 3.200 chilometri orari e generando una temperatura superiore ai 2.200  gradi centigradi.

Prospetto delle due orbite di Orion (foto NASA)
Prospetto delle due orbite di Orion (foto NASA)

Questo primo test di volo consentirà di verificare principalmente il funzionamento e l'affidabilità dello scudo termico, il sistema in carbonio e fibra di vetro che serve a proteggere la capsula dal rientro nell'atmosfera rovente, impedendo che questa si disintegri; ad essere messi alla prova saranno anche altre parti dispositivi del veicolo, come il sistema di paracadute. Non resta che aspettare l'esito di questo lancio con le dita incrociate: se tutto dovesse andare bene, comunque, per un volo con equipaggio umano bisognerà comunque attendere il 2020.

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