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La morte viaggia a 2 millimetri all’ora

Due biologi dei sistemi dell’autorevole Università di Stanford hanno scoperto che la morte ha una velocità di 30 micrometri al minuto, ovvero due millimetri l’ora. Gli scienziati l’hanno calcolata studiando l’apoptosi (morte cellulare programmata) nelle uova di rana. La scoperta potrebbe rivoluzionare la ricerca su cancro e malattie neurodegenerative.
A cura di Andrea Centini
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La morte viaggia a due millimetri l'ora. A scoprire per la prima volta questo curioso ma affascinante parametro due scienziati del Dipartimento di Biochimica e Biologia dei sistemi dell'autorevole Università di Stanford, California. I due, i professori Xianrui Cheng e James E. Ferrell, docenti presso la Scuola di Medicina dell'ateneo americano, sono giunti a questa conclusione studiando l'apoptosi – morte cellulare programmata o suicidio cellulare – nelle cellule della rana xenopo liscio (Xenopus laevis). Si tratta di una scoperta significativa poiché conoscere la velocità della morte delle cellule (e il modo in cui esse muoiono) potrebbe rivoluzionare la lotta al cancro e a patologie alla stregua del morbo di Alzheimer; nel primo caso, infatti, si potrebbero spingere le cellule cancerose al suicidio, nel secondo, invece, si potrebbero preservare i neuroni uccisi dalla neurodegenerazione.

Ma cosa significa esattamente che la morte viaggia a due millimetri l'ora? Procediamo con ordine. Innanzitutto va sottolineato che il valore misurato dagli scienziati è di 30 micrometri (millesimi di millimetro) al minuto, più adatto all'ambiente cellulare, che è stato convertito in due millimetri l'ora per essere reso più comprensibile al grande pubblico. I due biologi dei sistemi l'hanno ottenuto misurando la velocità di propagazione delle cosiddette onde scatenanti (trigger waves), il segnale che porta le cellule alla morte programmata o apoptosi. Il suicidio cellulare è un processo naturale che permette di mantenere in equilibrio il numero di cellule di un organismo e l'omeostasi dei suoi tessuti, garantendone di conseguenza il corretto sviluppo; basti pensare che l'essere umano ogni giorno perde ben cinquanta miliardi di cellule.

Come mostra il video pubblicato dagli scienziati e che potete vedere qui in alto, le cellule di rana muoiono alla velocità indicata, ‘oscurandosi' al passaggio del segnale che ne ordina l'autodistruzione. Conoscere tutte le informazioni relative al suicidio cellulare, come indicato da Cheng e Ferrell, potrebbe rivoluzionare la ricerca biomedica, con la speranza di trovare nuovi approcci terapeutici per affrontare le malattie più diffuse e letali. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.

[Credit: RobVanderMejiden]

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