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La moretta del Madagascar torna finalmente in natura: per 15 anni specie ritenuta estinta

La moretta del Madagascar, uno degli animali più a rischio estinzione del pianeta, è tornata in natura grazie al rilascio di 21 esemplari nel lago Sofia. Gli scienziati hanno messo a punto un complesso piano di reintroduzione attraverso speciali voliere che permetteranno agli esemplari di adattarsi alla vita selvatica. Nel 2006 la specie era considerata estinta.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Frank Vassen
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Ventuno esemplari di moretta del Madagascar (Aythya innotata), uno degli uccelli più rari del pianeta, sono stati liberati nel lago Sofia con l'obiettivo di far risollevare la minacciatissima specie. Per comprendere quanto sia drammatica la situazione, basti pensare che la specie è stata considerata estinta per circa 15 anni, fino a quando nel 2006 non ne furono individuati 13 esemplari nel lago Matsaborimena, in una remota zona umida del Madagascar settentrionale non propriamente adatta alla loro sopravvivenza. Prima di questa straordinaria scoperta, che è alla base del processo di reintroduzione in natura appena divenuto operativo, l'ultima osservazione era stata fatta nel 1991 a circa 300 chilometri di distanza dal lago Matsaborimena.

Il programma per salvare la specie, guidato dagli scienziati del Wildfowl e Wetlands Trust (WWT) e realizzato in collaborazione con il Durrell Wildlife Conservation Trust, il The Peregrine Fund, il governo del Madagascar, il governo britannico e una serie di aziende e associazioni, è partito con la protezione di una ventina di uova. I pulcini nati sono stati allevati in voliere lungo le rive del lago Sofia, e quando hanno raggiunto l'età adatta al volo, sono stati trasferiti al centro del lago col supporto di speciali voliere galleggianti. Queste strutture progettate nel Regno Unito, derivate da gabbie per allevare il salmone scozzese, servono a proteggere e nutrire gli esemplari in via di adattamento, ma soprattutto a evitare che le anatre abbandonino il lago, uno degli ultimi habitat idonei alla loro sopravvivenza in Madagascar.

Credit: WWT
Credit: WWT

La necessità di questa misura di sicurezza è legata al fatto che il 96 percento dei pulcini di questa specie normalmente sarebbe destinato a morire; ciò è dovuto all'estremo inquinamento e alla distruzione delle aree umide del Madagascar da parte dell'uomo, che le ha trasformate in luoghi inadatti alla sopravvivenza delle piccole morette (i pulcini ad esempio non riescono a cibarsi di invertebrati in acque basse). Le voliere galleggianti progettate da WWT stanno svolgendo egregiamente il proprio compito, poiché le anatre, libere di andar via e socializzare con le altre specie selvatiche che popolano il lago Sofia, vi ritornano la notte per riposare e rifocillarsi. Col tempo e la ripresa della specie queste strutture non dovrebbero più essere necessarie, nella speranza che il numero di esemplari continui a crescere col susseguirsi delle stagioni riproduttive.

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