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La minaccia delle armi biologiche di distruzione di massa con virus, batteri e tossine: cosa sono

L’Organizzazione delle Nazioni Unite riconosce cinque tipologie di armi biologiche, basate su virus, batteri, tossine, organismi Rickettisiae e veleni da fungo. Benché siano state messe al bando nel 1925 e una convenzione del 1972 ne proibisca sviluppo, produzione e immagazzinamento, si ritiene che la ricerca continui in segreto, soprattutto su microorganismi ex novo creati manipolando il DNA.
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A cura di Andrea Centini
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Annoverate tra le armi di distruzione di massa, cioè capaci di uccidere indiscriminatamente un grande numero di persone, le armi biologiche sono ancora più temute delle famigerate armi nucleari. Del resto possono essere prodotte con poco denaro in laboratori “di fortuna”; sono più facili da nascondere ai controlli e inducono effetti devastanti sull'organismo. Inoltre il loro utilizzo può essere decisamente più subdolo; basti pensare alla potenziale contaminazione delle condutture di acqua potabile o delle riserve alimentari di una città. Non è un caso che siano considerate le armi “perfette” per i terroristi.

Armi biologiche vietate

Le armi biologiche sono state messe al bando nel 1925 col Protocollo di Ginevra, e un ulteriore sforzo internazionale per arginarle è stato compiuto il 10 aprile 1972 con la firma di 22 Paesi della “Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione e immagazzinamento delle armi batteriologiche (biologiche) e sulle armi tossiche e sulla loro distruzione”. Ad oggi sono 183 gli Stati ad aver firmato e ratificato la convenzione sulle armi biologiche (BWC), nonostante ciò, mancando strumenti di verifica efficaci per monitorare il comportamento delle singole nazioni, si ritiene che in laboratori militari si continuino a ricercare agenti letali. A catalizzare questo settore vi sarebbero anche le nuove possibilità offerte dall'editing genetico e dalla manipolazione del DNA; in parole semplici, in laboratorio si potrebbe puntare a creare microorganismi non presenti in natura e per i quali non esistono vaccini e cure (o sono noti solo a chi li produce). Si tratterebbe di armi biologiche devastanti se lanciate su una popolazione ignara.

Quali sono le armi biologiche

Come indicato sul sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) suddivide la armi biologiche in cinque categorie principali: virus; batteri; microrganismi Rickettisiae; veleni ricavati dai funghi e tossine. Ovviamente non tutti gli agenti patogeni sono considerati “idonei” come arma biologica; vengono privilegiati quelli con determinate caratteristiche di resistenza e persistenza nell'ambiente esterno, tempi di incubazione rapidi, letalità, capacità di contagio e diffusione (ad esempio la nebulizzazione nell'aria).

Tra le armi biologiche virali vi sono gli Hantavirus responsabili della febbre emorragica con sindrome renale e della sindrome polmonare da antavirus; l'Ebola che causa una febbre emorragica con un tasso di mortalità elevatissimo; il virus Marburg; i Flaviviridae che provocano febbre gialla, febbre emorragica di Omsk e malattia della foresta di Kyasanur; i coronavirus della SARS; il Variola virus che provoca il vaiolo e molti altri ancora.

Tra i batteri annoverati come arma biologica segnaliamo la famigerata antrace (Bacillus anthracis) o carbonchio; lo Yersinia pestis che provoca la famigerata peste; il vibrione del colera (Vibrio cholerae) responsabile dell'omonima tossinfezione dell'intestino tenue; la Francisella tularensis che causa la tularemia o febbre dei conigli e specie meno pericolose ma potenzialmente in grado di sctaneare un'epidemia come lo stafilococco aureo e la Salmonella typhi. Fra le tossine la più associata alle armi biologiche è sicuramente quella prodotta dal Clostridium botulinum e responsabile del botulismo. Le famigerate armi biologiche di Saddam Hussein sarebbero state proprio a base di questo batterio. I microorganismi definiti “rickettsiali” sono invece parassiti obbligati intracellulari e sono responsabili delle malattie infettive chiamate rickettsiosi, come il tifo esantematico provocato da Rickettsia prowazekii.

I rischi delle armi biologiche

Praticamene tutti gli agenti patogeni sopracitati vengono gestiti tranquillamente nei laboratori di mezzo mondo; alcuni, come il vaiolo, si trovano tuttavia solo in laboratori di massima sicurezza, come il Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia “Vector” a Koltsovo, in Russia, dove recentemente si è registrata un'esplosione e un incendio. L'unico altro posto in cui si trova il virus del vaiolo è lo US Center for Disease Control di Atlanta. Qualunque laboratorio attrezzato al trattamento e alla coltura di microorganismi può diventare un luogo dove sviluppare un'arma biologica. Del resto, a differenza delle armi chimiche, sono sufficienti piccole quantità di patogeni per ottenere effetti devastanti. E le armi biologiche possono essere diffuse nell'acqua, nei cibi o inserite sulle testate dei missili al posto della carica esplosiva tradizionale. Si stima che un solo missile Scud – divenuto noto al grande pubblico durante la Guerra del Golfo – possa contaminare 3mila chilometri quadrati di territorio con una testata carica di Clostridium botulinum. Oltre ai laboratori da ricerca, anche le vasche di produzione per mangimi animali possono essere trasformate in stabilimenti per la creazione di armi. Tutte queste caratteristiche rendono le armi biologiche un pericolo per l'interà umanità ed è per questo che esiste una convenzione internazionale che ne bandisce sviluppo, produzione e immagazzinamento. Nonostante ciò, come indicato, non si esclude che la ricerca – in particolar modo di microorganismi geneticamente modificati – stia procedendo di nascosto in laboratori delle superpotenze mondiali e non solo.

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