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Covid 19

La diffusione del coronavirus si “spegne” dopo 70 giorni: la teoria dello scienziato israeliano

Lo scienziato Isaac Ben Israel, matematico e analista a capo del programma di Studi sulla sicurezza dell’Università di Tel Aviv, ha ipotizzato che il coronavirus possa avere un “ciclo epidemico” di circa 70 giorni, al termine del quale la diffusione dei contagi si spegne. Ciò, secondo lo studioso, si verificherebbe ovunque, indipendentemente dalle misure restrittive adottate.
A cura di Andrea Centini
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La diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 si esaurirebbe in 70 giorni, indipendentemente dalle misure restrittive adottate per contrastarlo. In altri termini, il patogeno sarebbe legato a una sorta di "ciclo epidemico", che dopo i primi contagi, l'impennata della curva e il raggiungimento del picco, tenderebbe ad azzerarsi in poco più di due mesi. A ipotizzare questo intervallo temporale tra emersione ed esaurimento dell'epidemia è il professor Isaac Ben Israel, matematico ed analista al vertice del programma di Studi sulla sicurezza dell'Università di Tel Aviv e presidente del Consiglio nazionale per la ricerca e lo sviluppo, oltre che ex generale dell'esercito israeliano e a capo dell'Agenzia spaziale israeliana.

Secondo la teoria dello scienziato, che ha pubblicato un'analisi con l'andamento dell'epidemia (poi diventata pandemia) in vari Paesi del mondo, questo modello temporale nella diffusione della COVID-19 – l'infezione scatenata dal coronavirus – è osservabile ovunque, sia dove sono state introdotte drastiche misure di isolamento sociale, come il lockdown in Italia e in Spagna, sia dove le restrizioni sono state decisamente più blande, come ad esempio in Svezia. “Esiste un modello prestabilito, i numeri parlano da soli”, ha dichiarato il matematico durante un'intervista al canale televisivo Channel 12. Il professore ha affermato che, dopo la scoperta del primo caso confermato in Israele, l’incidenza dei casi è aumentata giorno dopo giorno per un mese. “A partire dalla sesta settimana – ha aggiunto Ben Israel – l’aumento del numero di pazienti si è ridotto, raggiungendo un picco nella sesta settimana con 700 pazienti al giorno”. “Da quel momento – ha proseguito – è in calo, e oggi ci sono solo 300 nuovi pazienti. In due settimane si arriverà a zero e non ci saranno più nuovi pazienti”.

Per suffragare la sua teoria, oltre ai grafici che accompagnano l'analisi (qui il pdf completo in ebraico), lo scienziato ha ribadito che questo modello può essere osservato in tutto il mondo, citando l'esempio dell'Italia fra i Paesi con le misure più dure e Taiwan e Singapore per quelle più morbide. “In questi Paesi si evidenzia un aumento dei casi fino alla quarta/sesta settimana e subito dopo una diminuzione, fino a quando scompare durante l’ottava settimana”, ha sottolineato il matematico. Ben Israel dice di non avere spiegazioni su questo specifico fenomeno, suggerendo che possa essere legato al clima o a una “durata della vita” del patogeno.

Nonostante la teoria temporale, il professor Ben Israel sottolinea l'importanza del distanziamento sociale e dell'uso obbligatorio delle mascherine, per contenere il più possibile la diffusione del virus ed evitare un impatto drammatico sul sistema sanitario, come avvenuto in Italia. Ma si scaglia contro le chiusure forzate e prolungate, “un'isteria di massa” che mina l'economia del suo e degli altri Paesi. Su Channel 12 è intervenuto anche il professor Gabi Barbash, ex direttore generale del Ministero della Salute, che ha sottolineato che conviveremo col virus anche il prossimo anno, raccomandando che non siano i matematici – “che non sanno nulla di biologia” – a determinare quando e come vanno allentate le misure di contenimento. Sono molti gli scienziati convinti del fatto che conviveremo a lungo col patogeno, fin quando non verrà trovato un vaccino sicuro ed efficace per tutti.

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