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La depressione fa male al cuore: aumenta il rischio di fibrillazione atriale

Un team di ricerca internazionale guidato da studiosi danesi ha determinato che la depressione aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare la fibrillazione atriale, aritmia cardiaca che è tra le prime cause dell’ictus. I risultati dello studio suggeriscono che i farmaci antidepressivi diminuiscono il rischio col tempo e che non sono associati alla patologia cardiaca.
A cura di Andrea Centini
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Le persone depresse hanno un rischio maggiore di sviluppare la fibrillazione atriale, un'alterazione del ritmo cardiaco (aritmia) che può catalizzare l'insorgenza di gravi eventi cardiovascolari e ictus. A trovare l'associazione tra depressione e patologia cardiaca è stato un team di ricerca internazionale guidato da studiosi dell'Unità di Ricerca per la Medicina Generale dell'Università di Aarhus, Danimarca, che hanno collaborato con i colleghi dell'Ospedale Silkeborg e del Centro Medico San Giuseppe di Tacoma, negli Stati Uniti.

Gli scienziati, coordinati dal professor Morten Fenger-Grøn, docente di Statistica presso il Dipartimento di Sanità Pubblica dell'ateneo danese, hanno valutato anche l'associazione con l'assunzione dei farmaci antidepressivi, a loro volta legati ad alcune rare forme di alterazione del ritmo cardiaco secondo alcune ricerche. Fenger-Grøn e colleghi hanno incluso i dati circa 800mila cittadini danesi che hanno iniziato un trattamento antidepressivo tra il 2000 e il 2013, e hanno messo a confronto i loro dati con quelli di una popolazione casuale, estrapolata dai registri nazionali e abbinata per età ai partecipanti.

Dall'analisi statistica dei dati è emerso che le persone affette da depressione a 30 giorni dall'inizio del trattamento farmacologico avevano una probabilità di sviluppare fibrillazione atriale 7,65 volte superiore, scesa a 4,29 volte a 15 giorni prima dell'avvio. Da quando è iniziata l'assunzione dei farmaci antidepressivi il rischio di sviluppare la patologia cardiaca è risultata essere 3,18 volte superiore nel primo mese, 1,37 volte tra i 2 e i 6 mesi e 1,11 volte tra i 6 e i 12 mesi.

I dati dello studio di associazione, dunque privo di un rapporto di causa-effetto, suggeriscono che il trattamento con gli antidepressivi potrebbe alleviare il rischio di fibrillazione atriale nel tempo, e che dunque esso non è non associato allo sviluppo della malattia, come dichiarato dal professor Fenger-Grøn. “Se sei depresso, non c'è motivo di preoccuparsi che l'assunzione di un trattamento farmacologico possa causare la fibrillazione atriale”, ha aggiunto lo studioso. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica European Journal of Preventive Cardiology della European Society of Cardiology (ESC).

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