La cicogna bianca fa ritorno a casa
Un mese di attesa per la femmina nel nido, aspettando il maschio che giungesse dai lontanissimi lidi africani dove aveva trascorso la stagione fredda: poi, finalmente, l'arrivo e il ricongiungimento per la riproduzione, dopo il lungo viaggio che, partendo dal territorio del Sahel, ha portato i volatili ad attraversare prima il deserto del Sahara e poi il Mar Mediterraneo, secondo una rotta comune ad altri uccelli migratori che vengono ad allietare le nostre primavere, prime tra tutti le rondini. La storia di questa coppia, che dal 2008 si reca in quella che è ormai la sua personale piattaforma di riproduzione nell'oasi WWF Padule di Bolgheri, nel comune di Castagneto Carducci, è speciale non solo per la bellezza di questo animale ma, soprattutto, perché costituisce un primo punto di arrivo degli accurati programmi di reintroduzione e dell'impegno di numerose aree protette per la conservazione della specie.
Il miracolo della cicogna bianca – Se oggi nei cieli d'Italia sono presenti circa centosessanta coppie di cicogne (stime del 2005) il merito va soprattutto alle iniziative di istituzioni, associazioni ambientaliste e privati che hanno fermamente creduto nella possibilità di creare nuovamente uno spazio per accogliere questo uccello nel nostro territorio. La cicogna bianca, infatti, è documentata da fonti letterarie all'incirca fino al 1500 e, in particolare, in Toscana l'ultima attestazione risaliva a circa duecento anni addietro. Poi, finalmente, la coppia di Padule di Bolgheri scelse, cinque anni fa, di tornare a nidificare nell'alta Maremma riuscendo a portare all'involo ben dieci piccoli, nell'arco delle quattro precedenti stagioni riproduttive. Diverse aree della penisola, da nord a sud con particolare concentrazione in Sicilia, stanno vivendo con emozione questo fenomeno, iniziato spontaneamente nel 1959 (primo esempio documentato, a Vercelli) e da allora seguito con interesse e attenzione da studiosi ed amanti degli animali: perché la tutela della cicogna bianca, simbolo di un ambiente da proteggere oltre che della nostra primavera, merita una cura particolare, se non vogliamo fare in modo che questo maestoso volatile abbandoni nuovamente i nostri cieli.