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La cannabis terapeutica non riduce il dolore cronico: lo studio smonta il trattamento naturale

Seguendo circa 1.500 pazienti per 4 anni, ricercatori australiani hanno dimostrato che la cannabis medicinale non avrebbe alcun effetto nella riduzione del dolore cronico non legato al cancro. Inoltre questi medicinali non aiuterebbero a diminuire l’assunzione dei farmaci oppiacei usati per lo stesso scopo.
A cura di Andrea Centini
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La cannabis terapeutica non riduce il dolore cronico non oncologico, il motivo principale per cui viene prescritta; inoltre, essa non ha alcun effetto sulla riduzione dei farmaci oppioidi da parte dei pazienti. A queste conclusioni è giunto un copioso team di studiosi australiani del Centro nazionale di ricerca sulla droga e l'alcol (NDARC) presso l'Università del Nuovo Galles del Sud di Sydney.

I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Gabrielle Campbell, hanno condotto uno studio prospettico di coorte durato 4 anni su circa 1.500 pazienti australiani, cui erano stati prescritti sia medicinali con cannabinoidi che farmaci oppiacei per contrastare il dolore cronico non legato al cancro. La cannabis terapeutica in Australia è legale dal 2006 e negli ultimi anni sta avendo un vero e proprio boom in tutto il mondo; ma mancano studi sufficientemente accurati in grado di determinarne l'effettiva efficacia. Quello condotto da Campbell e colleghi è stato il più approfondito mai fatto sul dolore cronico, facendo emergere risultati interessanti e non attesi.

I pazienti che assumevano cannabis medicinale, infatti, non solo provavano più dolore rispetto a coloro che non la assumevano, ma sperimentavano un maggiore livello di ansia, il loro dolore influenzava in modo più negativo la vita quotidiana e nessuno ha ridotto il consumo e le dosi di farmaci oppioidi (poiché queste medicine hanno diversi effetti collaterali, vi era la speranza che i farmaci con cannabinoidi aiutassero in qualche modo a ridurne il consumo). Insomma, secondo i ricercatori australiani, che hanno raccolto i dati attraverso interviste e questionari auto-compilati una volta all'anno per quattro anni, la cannabis terapeutica non sarebbe utile a ridurre il dolore cronico oncologico. Il dato, sottolineano gli studiosi, va comunque preso con cautela, suggerendo la necessità di ulteriori indagini. Del resto, solo di recente la FDA ha approvato il primo farmaco a base di cannabis per trattare due gravi forme di epilessia infantile, dunque alcune proprietà terapeutiche non sono messe in discussione.

Curiosamente, Campbell e colleghi hanno rilevato che i pazienti che assumevano cannabis ritenevano che la sostanza fosse efficace contro il dolore (con un punteggio medio di 7 su 10). Secondo gli scienziati ciò dipenderebbe dal fatto che i cannabinoidi aiutano a dormire, e riposare correttamente fa sicuramente bene alla salute e al benessere generale. “Il dolore cronico non oncologico è un problema complesso, per la maggior parte delle persone è improbabile che esista un singolo trattamento efficace”, ha dichiarato l'autrice principale dello studio. “Nella nostra ricerca condotta su persone che vivono con dolore cronico non oncologico e a cui sono stati prescritti medicinali oppioidi – ha aggiunto la Campbell –, nonostante abbiano riferito benefici percepiti dall'uso della cannabis, non abbiamo trovato prove evidenti che la cannabis riduca il dolore dei partecipanti o l'uso di oppiacei nel tempo”. I dettagli della ricerca, chiamata Pain and Opioids IN Treatment (POINT), sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Lancet Public Health.

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