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La baia di “The Beach” chiusa ai turisti a tempo indeterminato: hanno distrutto l’ecosistema

Le autorità thailandesi hanno deciso di chiudere a tempo indeterminato Maya Bay, il “paradiso” reso celebre grazie alla pellicola “The Beach” con protagonista Leonardo DiCaprio. I turisti, fino a 5mila al giorno, hanno letteralmente distrutto l’ecosistema locale, e i 4 mesi di stop temporaneo partiti a giugno non sono stati ritenuti sufficienti. Si attenderà il pieno recupero ambientale prima della riapertura.
A cura di Andrea Centini
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La spettacolare Maya Bay dell'isola thailandese di Ko Phi Phi Ley divenuta celebre grazie al film con Leonardo DiCaprio “The Beach” è stata chiusa a tempo indeterminato dalle autorità locali. La ragione risiede nei gravi danni ambientali legati all'erosione della spiaggia ma soprattutto nelle devastazioni provocate dai turisti, il cui numero è salito esponenzialmente a partire dal 2000, ovvero da quando il blockbuster di Danny Boyle è sbarcato nelle sale di tutto il mondo.

L'inquinamento prodotto dal via vai di imbarcazioni che ormeggiavano lungo la costa e la pressione quotidiana di migliaia di persone sull'ecosistema autoctono erano diventati talmente insostenibili che il dipartimento dei Parchi nazionali thailandesi aveva deciso di chiudere temporaneamente la baia. Lo stop ai turisti, iniziato a giugno, sarebbe dovuto rimanere in vigore per 4 mesi, ma le analisi condotte dagli esperti durante questo periodo hanno rilevato danni molto più ingenti di quelli stimati in precedenza. Per questa ragione le autorità hanno deciso di rinnovarlo a tempo indeterminato.

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La decisione, promossa dal dipartimento per i Parchi nazionali, è stata ufficializzata il primo ottobre con la pubblicazione sulla Gazzetta. A sottolineare lo stato di degrado è stato il direttore dell'ente Songtam Suksawang: “Abbiamo fatto valutazioni ogni mese e scoperto che l'ecosistema è stato seriamente devastato dal turismo”. Basti pensare che sulla splendida spiaggia di Maya Bay, incastonata nel cuore del mare delle Andamane, arrivavano fino a cinquemila persone al giorno. “È molto difficile rimediare ai danni perché la spiaggia è stata completamente distrutta”, ha aggiunto Suksawang. La stessa sorte è toccata alle piante che la ricoprivano, calpestate o strappate dalla folla di incivili invasori.

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A causa della distruzione sistematica di questo paradiso i turisti non potranno metterci più piede per lunghissimo tempo. Maya Bay, infatti, verrà riaperta solo dopo che l'ecosistema locale non sarà completamente ripristinato, e ci vorrà molto tempo. Naturalmente permettere un nuovo e indiscriminato afflusso di persone produrrà i medesimi risultati, di conseguenza sarà necessario limitare e monitorare gli accessi. Del resto le immagini di decine di motoscafi ormeggiati come in una concessionaria sono semplicemente intollerabili. La decisione di proteggere Maya Bay nasce nel solco del rinvigorito spirito ambientalista di diversi Paesi di tutta la regione, alcuni dei quali – come le Filippine e l'Indonesia – hanno promosso solide iniziative per arrestare il dilagante inquinamento. Nella baia di "The Beach" sono a rischio anche le delicate barriere coralline, già provate da acidificazione degli oceani e temperature in aumento, per questo la chiusura ai turisti riguarda anche un ampio tratto di mare.

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