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L’uomo di Neanderthal aveva un grande naso per respirare meglio nell’ostile ambiente glaciale

Mettendo a confronto i crani dell’uomo moderno, dell’uomo di Neanderthal e di un altro ominide, ricercatori australiani hanno scoperto che i nostri cugini estinti avevano un grande naso per respirare meglio. Era un adattamento all’ostile ambiente glaciale, dove serviva tanta energia per riscaldarsi e cacciare grosse prede.
A cura di Andrea Centini
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L'uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis) aveva un volto pronunciato con un grande naso per poter respirare meglio e inalare molta aria, un chiaro vantaggio in un ambiente ostile come quello glaciale, dove erano necessarie tante energie per inseguire e abbattere le prede. A svelare il mistero sul curioso volto dei nostri ‘cugini' estinti è stato un team di ricerca del Laboratorio Function, Evolution and Anatomy Research (FEAR) presso l'Università del New England, Australia, che ha condotto una serie di interessanti esperimenti con i crani dell'uomo moderno, dell'uomo di Neanderthal e dell'Homo heidelbergensis, un ominide ritenuto un probabile antenato comune tra i primi due.

I ricercatori, coordinati dal professor Stephen Wroe, direttore presso il laboratorio australiano, attraverso la tomografia computerizzata a raggi X (CT) hanno scansionato alcuni crani (11 di Homo sapiens, tre di Neanderthal e uno di Homo heidelbergensis) e creato modelli digitali 3D, da sottoporre ad alcuni specifici esperimenti. Le due teorie più accreditate sul caratteristico volto pronunciato dei Neanderthal – con sopracciglia sporgenti, naso grande e piatto e mascelle prominenti – sono legate alla potenza del morso e a una migliore efficienza respiratoria. Simulando il morso con i modelli tridimensionali Wroe e colleghi hanno potuto smentire la prima delle due, dato che hanno osservato una potenza del tutto paragonabile tra Homo sapiens e Uomo di Neanderthal.

Credits: Will Parr / Justin Ledogar / Jason Bourke
Credits: Will Parr / Justin Ledogar / Jason Bourke

I dati più interessanti sono emersi quando gli studiosi hanno ricreato il tessuto molle all'interno dei crani per verificare i flussi d'aria durante la respirazione. Se da un lato i Neanderthal avevano una capacità di umidificare e riscaldare l'aria superiore rispetto all'Homo heidelbergensis – un vantaggio in un clima secco e freddo -, non raggiungevano gli stessi risultati dell'Homo sapiens, molto più efficiente. Dove i Neanderthal primeggiavano di gran lunga era nella quantità di aria che riuscivano ad inalare ed espellere durante l'atto della respirazione, praticamente doppia rispetto all'essere umano moderno.

Secondo Wroe e colleghi la peculiare conformazione del volto dei Neanderthal era un adattamento legato a uno stile di vita estremo in un ambiente difficile, dove il consumo di energia era abbondante, sia per riscaldarsi che per andare a caccia di grandi e pericolose prede. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences.

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