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L’orice dalle corna a sciabola riconquista il deserto: era estinto in natura dal 1990

Il bellissimo ungulato è stato cacciato senza sosta in tutta l’Africa del Nord sino alla fine del XX secolo. La specie sarà reintrodotta nel proprio habitat naturale grazie agli esemplari tenuti in cattività.
A cura di Andrea Centini
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L'orice dalle corna sciabola o a scimitarra (Oryx dammah), un elegantissimo orice di dimensioni medio-piccole, sta per per tornare nel proprio habitat dopo esservi stato strappato con la forza dall'uomo, che ne ha provocato l'estinzione in natura all'inizio degli anni '90. Dopo anni di vane ricerche, accompagnate anche da alcune segnalazioni non confermate in Chad e Niger, nel 2008 l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha deciso di classificarlo con codice EW, estinto in natura, una condizione comune ad altre specie che tuttavia per l'ungulato potrebbe presto essere sovvertita.

Sopravvissuto in diversi giardini zoologici e in ranch privati sparsi per il globo, l'orice dalle corna a sciabola è stato già protagonista di un'importante reintroduzione in una riserva naturale recintata in Tunisia, mentre i primi, timidi passi verso un ripopolamento degli habitat originali – deserti e steppe – è iniziato solo da pochissimo, grazie allo sforzo congiunto di zoologi provenienti da atenei di Australia, Europa, Stati Uniti ed Emirati Arabi. Nel 2016 sono stati reintrodotti appena 23 esemplari nella riserva Ouadi Rimé-Ouadi Achim di Batha (Chad), e gli studiosi che li stanno monitorando attraverso specifici collari hanno ottenuto risultati incoraggianti: “Finora gli animali sembrano straordinariamente sani e si stanno adattando all'ambiente molto bene”, ha sottolineato il dottor Jared Stabach dello Smithsonian National Zoo.

A settembre è nato il primo piccolo e altri sono previsti per i prossimi due mesi, ma il vero banco di prova per gli orici dalle corna a sciabola sarà superare indenni il periodo secco, che durerà fino al prossimo luglio. Solo allora gli studiosi saranno sicuri della riuscita dell'operazione. Nel frattempo altri 23 esemplari si uniranno ai primi proprio in questa settimana, e saranno tutti dotati di accelerometri nei collari, dispositivi necessari per studiare sia l'alimentazione che le reazioni innanzi ai predatori, che comunque sono meno presenti che in passato. Le popolazioni locali, quelle che assieme ai cacciatori stranieri li hanno portati all'estinzione per le corna, le pelli e la carne, sono entusiaste della reintroduzione e si impegneranno a tutelare gli orici. Una buona notizia che giunge poco dopo quella relativa alla reintroduzione della tigre del Caspio.

[Foto di Wikipedia]

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